FRANCO VEROLI
Cronaca

Ecco la classifica degli stipendi. Assegno medio di 1.532 euro, Macerata sotto la media nazionale

Gli aumenti delle retribuzioni (+2,9%) non sono riusciti a coprire i rincari legati all’inflazione (+5,6%). Lo studio della Cgia: corrisposte quasi 193mila tredicesime in provincia. Spesi 172 euro a testa per i regali.

Un uomo intento a fare un prelievo a uno sportello bancomat: lo stipendio mediè nel Maceratese è di 1.532 euro

Un uomo intento a fare un prelievo a uno sportello bancomat: lo stipendio mediè nel Maceratese è di 1.532 euro

Il Natale è appena passato. Secondo le stime della Cgia in provincia sono state corrisposte 192.985 tredicesime, 91.336 ad altrettanti pensionati e 101.649 a lavoratori dipendenti. Nello stesso tempo Federconsumatori ha stimato che la spesa media a persona, tra chi ha effettuato acquisti, sia stata di circa 172 euro, il 2% in più sul 2023, anche se rispetto allo scorso anno è in crescita la percentuale di cittadini che ha deciso di non fare alcun regalo, +7,6%.

Niente di cui stupirsi, visto che, pur non rinunciando alla tradizione, c’è più selezione e maggiore attenzione nel fare la spesa. Intanto va tenuto conto del fatto una bella fetta della tredicesima se ne va, come sempre, tra rate del mutuo, bollette della luce e del gas (con consumi in aumento, viste le temperature più rigide). E, poi, una recente indagine della Confartigianato, la retribuzione media mensile dei lavoratori dipendenti della provincia di Macerata si colloca nella fascia medio bassa: nel 2023 si è attestata sui 1.532 euro, in aumento del 2,9% rispetto all’anno prima, ma al di sotto dell’inflazione, al 5,6%: questo vuol dire che una parte del salario è stata erosa dal carovita. Come già in altre rilevazioni siamo al di sotto della media nazionale (1.820 euro mensili e un incremento del 3,5%) e anche di quella regionale (1.612 euro mensili e una crescita del 3,3%). Insomma, i salari sono più bassi e crescono meno che altrove.

Nelle Marche le retribuzioni peggiori riguardano la provincia di Fermo, con una media di 1.453 euro mensili, dove però c’è stato l’incremento maggiore, +4,3%; segue Ascoli con una media di 1.523 euro, +3%. I salari migliori sono quelli registrati in provincia di Ancona, con una media di 1.705 euro mensili, in crescita del 3,1% e, poi, quelli in provincia di Pesaro-Urbino, 1.664 euro mensili, con l’incremento più alto della regione, +3,6%.

Questo quadro si colloca in uno scenario che vede un profondo divario tra Nord e Sud. Se, infatti, i salari medi dei dipendenti privati maceratesi sono ben lontani da quelle delle province del nord che occupano la testa della classifica, come Milano con una media di 2.642 euro mensili, Monza-Brianza con una media di 2.218 euro e Parma, con una media di 2.144 euro, in coda troviamo le province di Vibo Valentia, con un salario medio mensile di 1.030 euro, Nuoro con 1.139 e Cosenza con 1.140. Va anche detto che il costo della vita è diverso: maggiore al settentrione, rispetto al meridione. E che, per quanto ci riguarda, da un anno a questa parte la provincia di Macerata, secondo le rilevazioni dell’Unione nazionale consumatori, ha uno degli indici di inflazione più alti d’Italia: sempre sul podio, ma non c’è motivo di gioirne.