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L’ingresso del locale in vicolo Tornabuoni I proprietari, nei giorni scorsi, hanno dato piena disponibilità a limitare i disagi
"Una discoteca, ancor più se di martellante musica techno, non può stare in un palazzo residenziale sotto le camere da letto, dove i proprietari e gli inquilini che vi abitano hanno il pieno diritto all’irrinunciabile riposo serale e notturno". È quanto scrivono i residenti della zona in merito alla presenza del Cave Club in vicolo Tornabuoni. "Un simile locale – aggiungono – non può stare in un palazzo residenziale costruito nel Settecento, con muri cavi e solai di legno che veicolano e amplificano strutturalmente rumori e vibrazioni. Non a caso il regolamento di condominio lo vieta senza appello". Alle proteste dei residenti e alle prime sanzioni della Polizia locale, i gestori hanno risposto che sono impegnati a "minimizzare i disagi". I proprietari del locale hanno infatti detto "di impegnarsi per minimizzare i disagi per i residenti interrompendo la musica alle 2 di notte e nel rispetto della normativa". Su questo punto ribattono i residenti. "Rispetto della normativa? Ma se la Polizia locale ha già pubblicamente riferito di "sanzioni per violazioni della normativa" e gli uffici li hanno diffidati a mettersi in regola". I titolari di Cave Club hanno detto che "vogliono garantire una convivenza serena con la comunità circostante". E anche su questo punto i residenti non ci stanno. "Ma c’è un Regolamento comunale che fissa "Norme per la civile convivenza in città"; è il "Regolamento di Polizia e sicurezza urbana" che obbliga di "evitare dalla mezzanotte alle 8 del giorno successivo, la propagazione di suoni e rumori udibili all’esterno del locale": regola sempre infranta. La questione è molto seria. L’esigenza che la città offra servizi ai cittadini è ben comprensibile, ma qui, questo è il punto, non si tratta di contemperare esigenze diverse dando per scontato che siano compatibili. Non lo sono. È giusto e auspicabile che a giovani e studenti si rendano disponibili spazi e occasioni di socialità e divertimento, ma è innegabile che non tutti i locali sono adeguati allo scopo. È per questo che si fanno piani di localizzazione per attività artigianali, industriali, insalubri, commerciali, di culto, sportive, di spettacolo". I residenti chiamano in causa il Comune. "Quel che colpisce di più, però, è il tempo che il Comune sta facendo trascorrere prima di prenderne atto, adottare un provvedimento a tutela dei residenti, e al contempo indicare agli imprenditori le possibili localizzazioni praticabili perché compatibili, anche in collaborazione con l’Università in una doverosa logica di servizio agli studenti nel rispetto per i residenti".