REDAZIONE MACERATA

Diritto all’aborto farmacologico. Parte la raccolta firme in città

Le associazioni chiedono il rispetto della legge, a difesa della salute e dell’autodeterminazione delle donne. Individuati tre punti per la petizione. Linda Marchetti: "Il 70 per cento dei medici sono obiettori".

Tra le promotrici dell’iniziativa di raccolta firme c’è anche Lia Marchetti dell’associazione Civitasvolta, impegnata per far applicare la legge 194 a tutela delle donne

Tra le promotrici dell’iniziativa di raccolta firme c’è anche Lia Marchetti dell’associazione Civitasvolta, impegnata per far applicare la legge 194 a tutela delle donne

Una raccolta firme per garantire l’accesso all’interruzione di gravidanza farmacologica grazie alla pillola Ru486. È questa l’iniziativa partita a Civitanova, messa in campo dal comitato locale Ru486 Marche, creato da un gruppo di giovani donne di Civitanova e Recanati.

Nelle Marche non sono ancora state recepite le linee guida emanate dal ministro della salute Speranza nel 2020, secondo le quali l’accesso alla procedura dell’aborto farmacologico, consentita solo fino alle prime sette settimane, sarebbe dovuta aumentare a nove ed essere attuata anche nei consultori. La mancata attuazione di queste procedure si traduce con l’impossibilità di usufruire della pillola Ru486, e di dover accedere all’ospedale sottoponendosi a un intervento chirurgico non privo di rischi. In provincia l’unico ospedale in cui è possibile usufruire della pillola abortiva è quello di Macerata.

Altro dato di cui tener conto è l’alto numero di medici obiettori nelle strutture sanitarie. Così, secondo quanto riportato dagli ultimi report, sempre più donne decidono di rivolgersi a strutture fuori regione. A Civitanova, tre sono i luoghi dedicati alla raccolta firme in merito alla petizione: l’enoteca La Bottiglieria, in corso Vittorio Emanuele, durante gli orari di apertura dell’attività, in piazza Conchiglia ogni mercoledì dalle 20.30 alle 23, e fino al 4 settembre e nella libreria From Outer Space in corso Umberto I.

A sostenere l’iniziativa tante realtà tra cui l’associazione Civitasvolta con Lia Marchetti. "Invito tutti a firmare la petizione volta a rendere più semplice l’accesso all’aborto farmacologico – spiega Marchetti –. Il 70 per cento dei medici che lavorano a Macerata sono obiettori e nell’ospedale di Fermo, in 45 anni, non c’è stata nessuna interruzione di gravidanza volontaria grazie alla pillola. La legge 194 esiste ancora. Dicono che non vogliono toglierla, ma la depotenziano, sempre a sfavore delle donne, per questo è importante sostenere queste iniziative". Barbara Palombi