Dal primo gennaio 2013 al 30 giugno 2024 sono state poco meno di 1.300 le chiamate al numero 1522 provenienti dalla provincia di Macerata. Un numero – come noto – messo a disposizione dal Dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, per sostenere e aiutare le vittime di violenza di genere e stalking, in linea con quanto definito all’interno della Convenzione di Istanbul. Si tratta di un numero gratuito che garantisce l’anonimato e copre diverse forme di violenza per 24 ore al giorno e in quattro lingue diverse oltre l’Italiano (inglese, francese, arabo e spagnolo). I dati riferiti alla nostra provincia dicono che almeno una volta ogni tre giorni qualcuno chiama il 1522, poco meno di cento persone all’anno, un quadro meno pesante rispetto ad alcune realtà, ma peggiore rispetto ad altre. Quel che più preoccupa, però, è che il fenomeno sembra accentuarsi proprio negli ultimi periodi. Nel 2013, infatti, le chiamate sono state 133, per poi diminuire negli anni successivi, prima a 91 (2014), poi 84 (2015) e 63 (2016), per tornare a salire a 109 (2018) poi una nuova discesa a 80 (2019). Dal 2020 in poi, però, la crescita è ripresa, con numeri sempre sopra alle cento unità: non solo non si è arrestata, ma ha subito una accelerazione. Nel 2022 le chiamate al 1522 sono state 113, per lievitare fino a 142 nel 2023, mentre nei primi sei mesi di quest’anno sono già state 105, un numero che sembra lasciare pochi dubbi sul fatto che a fine 2024 saremo ben oltre il dato dell’anno scorso. L’incremento delle chiamate è sicuramente legato anche ai sempre troppo frequenti fatti di cronaca che raccontano episodi di violenza, a partire dai femminicidi (una ventina quelli nelle Marche negli ultimi sei anni). E certamente hanno un peso importante le campagne di sensibilizzazione promosse da istituzioni, enti e associazioni. Fatto sta che l’aumento delle telefonate al numero antiviolenza e antistalking sta facendo emergere sempre di più una situazione rimasta spesso nascosta, tant’è vero che sono in crescita contestualmente anche le persone che si rivolgono ai centri antiviolenza. Nelle Marche se ne contano cinque, uno per ogni provincia, insieme ad alcuni sportelli dislocati sul territorio, in cui operano psicologhe, avvocatesse, mediatrici culturali e linguistiche, volontarie specificamente formate allo scopo. Per capire la tendenza, basti ricordare che nel 2022, nelle Marche, le donne che si sono rivolte a questi centri sono state 705, 42 in più del 2021 quando erano 663, e addirittura 222 in più del 2020 quando erano 483. In provincia nel 2022 sono state 212, mentre alla fine del 2023 erano vicine a 230. La maggior parte, un valore che va oltre il 75%, sono italiane e madri (quasi l’80%), un aspetto – quest’ultimo – che evidenzia come la violenza, in diverse modalità, si consumi spesso tra le mura domestiche.
CronacaDalla parte delle vittime. Numero antiviolenza e stalking. Una chiamata ogni tre giorni