Sulla vicenda che vede coinvolto l’ex boss della malavita pugliese Salvatore Annacondia, accusato di estorsione nei confronti di un imprenditore del fermano, le indagini da parte della Squadra mobile di Fermo proseguono. Dopo l’udienza di convalida, Annacondia si trova rinchiuso nel carcere di Fermo, ma non si escludono ulteriori sviluppi della vicenda. Potrebbero, infatti, esserci altri imprenditori della zona vittime di attività estorsive. C’è il sospetto che l’imprenditore fermano, che ha la sua azienda a Civitanova, non sia stato il solo e che le vittime di estorsione da parte dell’ex boss Manomozza, che deve il suo soprannome ad un incidente in cui perse una mano all’età di 14 anni, mentre stava pescando a strascico, siano molte di più. Le indagini da parte della polizia proseguono nel massimo riserbo. Da ragazzo, dopo aver fatto parte di una gang dedita ai furti e poi ad una legata agli appalti, Annacondia si specializzò in estorsioni. Finì in manette con l’accusa di omicidio, tentato omicidio e porto abusivo di armi: 72 gli omicidi che gli sono stati attribuiti. Una volta tornato libero, nel 1989, diventò ufficialmente un componente di Cosa Nostra ed entrò nel gruppo di Nitto Santapaola. Poi decise di diventare collaboratore di giustizia. Di qui il trasferimento a Civitanova. Da qualche tempo non è più sotto protezione.
CronacaDagli omicidi al pentimento, fino all’arrivo a Civitanova