Cingoli (Macerata), 6 dicembre 2023 – "Secondo me – dice Mauro Santori – Mancini certamente tornerà alla Nazionale italiana".
Quando?
"Di sicuro, quando andrà via il presidente Gravina".
Mauro Santori, 50enne, risiede con la famiglia ad Apiro, paese noto per la produzione del vino Verdicchio, situato a ridosso del preappennino maceratese culminante col monte San Vicino. Mauro è lo chef del ristorante "I ponti", situato davanti al Lago di Cingoli. Un locale a conduzione famigliare: lui ai fornelli con la mamma Dina ("Quando Mauro non c’è, devo lavorare di più") il fratello Giuseppe in sala.
Ma dall’ottobre scorso, Mauro è il cuoco del gruppo degli occidentali impegnati, con Roberto Mancini commissario tecnico, nella Nazionale dell’Arabia Saudita. Mauro è già stato con Mancini: al Manchester City ("2011-2013, abbiamo vinto un campionato e due Coppe") e nel 2017-18 allo Zenit San Pietroburgo.
"Roberto – precisa Mauro – mi ha chiamato nell’ottobre scorso: per una quindicina di giorni, poi per un ulteriore periodo, quindi sono tornato per un po’ dai miei. Ripartirò dopo Natale, giovedì 27, per essere a Doha: in Qatar l’Arabia Saudita disputerà la 18esima Coppa d’Asia, campioni in carica gli Emirati arabi".
Come mai Mancini lo ha nuovamente richiesto?
"C’era un cuoco egiziano che cucinava per Roberto e il gruppo degli occidentali d varie nazionalità: una sessantina tra italiani, arabi, nordafricani, il medico francese e diversi altri. Roberto ha portato tutti i suoi collaboratori già in Nazionale: Salsano, Lombardo, Battara, Scanavino, Roccati, Donatelli. In Italia è voluto restare solo Evani. Poi Roberto ha voluto far venire come suo vice Yaya Tourè, l’ex centrocampista ivoriano già con lui al Manchester City. Roberto per Yaya ha avuto sempre un debole".
Occidentali e Nazionale araba insieme?
"Della Nazionale fanno parte solo giocatori arabi, che hanno il loro cuoco, un egiziano. Gli occidentali vivono in un complesso con appartamenti, albergo, ristorante, scuole per varie nazioni: americana, spagnola e tedesca. Gli mancava la nostra cucina".
Quindi lei è stato chiamato per cucinare all’italiana.
"Certo, anche gli arabi che fanno parte dello staff di Roberto la preferiscono, ma più piccante. Io mi dedico a soddisfare i loro gusti e quelli degli occidentali, facendogli apprezzare le nostre pietanze, piatti che stanno piacendo molto".
In particolare?
"Il coniglio alla cacciatora, graditissimo. E la pasta al forno, con besciamella".
Vini?
"Macchè! Il vino è vietato nel modo più assoluto, come tutte le bevande alcooliche. Solo acqua minerale".
L’inizio dell’impegno con la Nazionale saudita, per Mancini non è stato clamoroso: esordio a Newcastle, sconfitta per 3-1 contro il Costa Rica.
"Mah, credo che sarebbe stato impossibile ottenere immediatamente ottimi risultati. Poi la situazione è migliorata e adesso sta diventando anche più soddisfacente. Da quando sono arrivato io, due amichevoli in Portogallo, 2-2 con la Nigeria, sconfitta 1-3 col Mali, poi le vittorie per 4-0 e 2-0 contro il Pakistan e la Giordania, vittorie che stanno propiziando la qualificazione dell’Arabia Saudita ai Mondiali".
Mancini ha qualche rimpianto per la Nazionale e l’Italia?
"No, in Arabia tutti gli vogliono bene. Roberto è veramente, per dirla alla nostra maniera, proprio un pezzo di pane. Ha una sensibilità straordinaria, per lui hanno la massima importanza la sincerità, il valore dell’amicizia, il rispetto nei rapporti".
E’ stato tanto toccato dal prematuro decesso di Vialli.
"Tanto? Tantissimo, erano come fratelli, se gli viene ricordato si commuove".
Avrete pur parlato dei motivi che lo hanno indotto a lasciare la Nazionale.
"Lui non si confida, comunque ho potuto capire che si è pentito per non aver deciso di lasciarla prima".