FRANCO VEROLI
Cronaca

Culle vuote nell’entroterra. Sette comuni senza nati da gennaio a luglio

Ussita, Bolognola, Serrapetrona e non solo: lo spopolamento è forte. E in tutta la provincia sono 996 i nuovi venuti al mondo nella prima parte. del 2024, 50 in meno rispetto ai 1.046 dell’analogo periodo ma del 2023.

L’età media delle mamme alla nascita del primo figlio sfiora i 32 anni

L’età media delle mamme alla nascita del primo figlio sfiora i 32 anni

Il 2023 è stato per l’Italia l’anno con il più basso numero di nati della sua storia: 379.890, 13mila in meno rispetto al 2022 (- 3,4%), 196mila in meno rispetto ai 576mila del 2008 (- 34,1%), picco degli anni Duemila. In questo scenario sconfortante, pubblicato dall’Istat nei giorni scorsi, la provincia di Macerata ha registrato numeri in controtendenza: l’anno scorso, infatti, i nati sono stati 1.892, 40 in più rispetto ai 1.852 del 2022. Una rondine, però, non fa primavera: i dati riferiti ai primi sette mesi del 2024 evidenziano una retromarcia che riporta il nostro territorio nella tendenza di medio lungo periodo, iniziata nel 2009, caratterizzata da una forte denatalità. Da inizio gennaio a fine luglio, in provincia di Macerata sono 996 i nuovi venuti al mondo, 50 in meno rispetto ai 1.046 dell’analogo periodo del 2023. La media mensile delle nascite è diminuita da 149 a 142.

In sette comuni (Bolognola, Camporotondo di Fiastrone, Castelsantangelo sul Nera, Esanatoglia, Monte San Martino, Serrapetrona e Ussita), non ci sono state nascite, in cinque (Cessapalombo, Gagliole, Gualdo, Monte Cavallo e Poggio San Vicino), c’è stato un solo nato, in altri cinque (Fiastra, Muccia, Ripe San Ginesio, Sant’Angelo in Pontano e Sefro) appena due, e in due (Fiuminata e Penna San Giovanni), solo tre.

In tutto parliamo di 19 comuni su un totale di 55 che, come già emerso in precedenti rilevazioni, si trovano nelle aree dell’entroterra, quelle più colpite dalla desertificazione demografica. Ma, pur con alcuni comuni che in questa prima fase del 2024 registrano un qualche miglioramento (nei primi sette mesi del 2024 i nati a Camerino sono stati 22 contro gli 11 dello stesso periodo del 2023, a Tolentino sono stati 55 contro 45, tanto per fare alcuni esempi), sono le due maggiori città che perdono colpi: a Macerata i nati sono passati da 161 a 141, a Civitanova da 150 a 133. Lo sguardo di lungo periodo è impietoso: nel 2009 in provincia le nascite sono state 3.014, una media di 251 al mese, nel 2023 sono diminuite a 1.892, una media di 157 al mese, 1.122 in meno.

Nella nostra provincia, come altrove, il calo delle nascite, oltre ad una consolidata tendenza a metter al mondo pochi figli, è legata anche al fatto che l’età media delle madri alla nascita del primo figlio sfiora i 32 anni, riducendo significativamente il periodo di fecondità. Tutto questo, però, si lega ad un contesto sociale che di sicuro non aiuta, a partire dal cosiddetto "lavoro povero", salari e stipendi troppo bassi, spesso legati ad un lavoro precario che impedisce di fare progetti a lungo termine. Ma pesa moltissimo, come rilevato da recenti indagini, la mancanza di una efficace rete di servizi pubblici a sostegno delle famiglie. E ci sono tante donne che non mettono al mondo un figlio perché temono che questo possa comportare la perdita del posto di lavoro. Una paura che teoricamente non dovrebbe esistere, visto che la maternità è tutelata; ma se esiste è evidente che in pratica le cose, magari non sempre, vanno in modo diverso.