GIANFILIPPO CENTANNI
Cronaca

Il capitano della Marina dalle navi alla casa di riposo: "Siamo sulla buona strada"

Il medico miltare Salvatore Buscarino è in servizio a Cingoli

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Cingoli (Macerata), 23 aprile 2020 – A bordo della casa di riposo di Cingoli, ormai Covid Hospital, con un altro dottore e quattro infermieri della Marina militare, è operativo da sei giorni il capitano di fregata Salvatore Buscarino , ufficiale medico cardiologo, proveniente dalla base navale di Augusta. Dal mare della Sicilia alle colline di Cingoli, un bel salto in lungo. “Circa metà – precisa il dottor Buscarino – di quello che avrei dovuto effettuare: ero stato comandato per coprire un’esigenza a Lodi, invece poi mi hanno detto che quella situazione era stata risolta e che dovevo venire a Cingoli’’. Quasi un imprevisto. “Sono in Marina da venticinque anni, siamo abituati a compiere missioni mediche e umanitarie in Italia e nel mondo. È una caratteristica preponderante del nostro impegno’’. Preponderante ma anche encomiabile. “Andare per nave a New York, con seicento persone imbarcate, per il medico della Marina significa essere un riferimento importante. E la Marina è una componente delle forze armate dello Stato, che rispondono con la massima disponibilità agli impegni nelle fasi critiche, terremoti e emergenze: quando le popolazioni chiedono risposte in aiuti e sostegni, cerchiamo di dare il meglio’’. E con successo, come a Cingoli nella casa di riposo. “Diciamo che siamo riusciti a rimettere in carreggiata la vettura, in un contesto operativo che, per la differenziazione del paziente, richiede una responsabilità di tipo particolare, condivisa col dottore Luigi Ippoliti che ha tutta la nostra collaborazione, e col personale’’. Un’operatività ininterrotta, in sintesi h24/24. “Ora conosco i pazienti, sono in sintonia con loro. Integrarsi nell’ambiente e farsi apprezzare sono stati i primi obiettivi perfezionati, pur se non facilmente realizzabili: un conto è vedersi di persona, un altro espletare l’assistenza praticata da una figura mascherata, in abbigliamento adeguato all’emergenza. Se si fa semplicemente il medico in modo distaccato, freddamente professionale, non si raggiunte lo scopo che, certo, esige professionalità, ma soprattutto e pregiudizialmente l’aiutarsi, il fare squadra. Per rendere l’idea, siamo tutti sulla stessa nave’’. Però i passeggeri non sono da crociera. “Certo, allora la sensibilità e l’empatia diventano fondamentali: i pazienti devono avere fiducia in chi li cura. Preso il virus, nella casa di riposo hanno affrontato complicazioni: c’è stato chi le ha superate, quindi è divenuto opportuno il trasferimento nell’ospedale in cui l’ambiente è diverso, rispetto a quello della struttura’’. Dove si propizia il superamento della fase critica. “Si tratta di attendere, c’è una tempistica con scadenze ben definite e da rispettare’’. In sintesi? “Chi è stato sottoposto alla terapia specifica per il Covid-19, e l’ha conclusa ormai da una quindicina, deve aspettare due settimane per il riscontro del tampone. E per chi deve sottoporsi al secondo tampone, il termine è programmato per i primi di maggio’’. Intanto com’è sintetizzabile la situazione? “Evidenzia un equilibrio con uno sbilanciamento verso favorevoli aspettative’’.