Pur in mezzo a un mare di polemiche, la vicenda del consiglio comunale dedicato alla sanità, convocato per venerdì, sembrava essere chiusa. Ma che le cose stiano in modo diverso è provato dal fatto che ieri pomeriggio il presidente del consiglio comunale, Francesco Luciani, ha convocato l’ennesima riunione dei capigruppo per discutere della seduta in programma venerdì. "Il fatto è che la maggioranza si è incartata da sola e ora non sa più come procedere", sottolinea Narciso Ricotta, capogruppo del Pd. "Noi – prosegue – abbiamo ribadito che vogliamo si tenga un consiglio comunale aperto e che siamo contrari a una seduta con audizione che impedisce la partecipazione di operatori della sanità, cittadini, associazioni, sindacati, e tutti coloro che potrebbero apportare un contributo alla discussione. La maggioranza ha tirato dritto per la sua strada, sostenendo che la seduta di venerdì non è più aperta, ma ordinaria con audizione. E questo crea un problema. Se, infatti, siamo ora in presenza di un consiglio comunale ordinario, va rilevato che questo viene convocato per la discussione e l’eventuale approvazione di un testo. Il fatto è che non c’è nessun testo, e non c’è nessuna convocazione per il consiglio ordinario, visto che quella recapitata ai consiglieri era inerente – anche con la variazione apportata – al consiglio comunale aperto". Insomma, il rischio che si vada incontro a vizi di carattere formale è davvero molto alto, in particolare tenendo conto di quanto prevede l’articolo 3 del regolamento del consiglio comunale. La seduta dei capigruppo non a caso si è chiusa senza alcuna nuova decisione. Una soluzione, a dire il vero, ci sarebbe: rifare la convocazione. Ma "l’avviso di convocazione è comunicato almeno cinque giorni liberi prima di quello stabilito per la seduta iniziale della sessione dei lavori consiliari", si legge nel regolamento. E, dunque, non ci sono più i tempi. A meno che non si vari la data.
f. v.