REDAZIONE MACERATA

"Che emozione parlare di oratori e stringere la mano a Papa Francesco"

«Ero emozionatissimo, è stata un’esperienza unica che non vedo l’ora di raccontare». Una f...

"Che emozione parlare di oratori e stringere la mano a Papa Francesco"

"Ero emozionatissimo, è stata un’esperienza unica che non vedo l’ora di raccontare". Una forte emozione muove l’animo di Filippo Onori, ricevuto ieri in udienza privata da Papa Francesco come responsabile dell’oratorio-circolo Anspi Santa Madre di Dio di Macerata. Dopo aver partecipato all’annuale assemblea nazionale di mercoledì, i rappresentanti dell’Associazione giunti da tutta Italia hanno potuto scambiare parole e sguardi con Sua Santità. "L’incontro si è svolto nella Sala Clementina a Roma, insieme a circa duecento responsabili - spiega Filippo Onori -. Noi delle Marche eravamo in otto, in rappresentanza di Macerata, Ancona, Fano e Urbino, accompagnati dal presidente regionale Fabio Giambartolomei". Un’occasione di confronto tra giovani dai vissuti diversi, accomunati dalla volontà di arricchire un bagaglio d’esperienze legate al mondo dell’oratorio. Le sensazioni scatenatesi sono molteplici, dal primo all’ultimo minuto in udienza. "Prima di entrare nella sala ero emozionatissimo, vedere il Papa da così vicino non è cosa da tutti i giorni - continua -. È stato stupendo dividere dei momenti con lui e vederlo impegnarsi nei nostri confronti nonostante non fosse in ottima forma. Ha dimostrato di tenere alla nostra presenza, parlandoci e ascoltandoci, per poi stringerci la mano uno alla volta". Al centro del confronto l’importanza dell’oratorio come luogo di condivisione e socializzazione, capace di instaurare rapporti umani oltre la tecnologia e le differenze. "Da parte nostra abbiamo testimoniato quanto gli oratori possano essere luoghi preziosi all’interno della comunità - conferma Filippo -, proprio perché forniscono l’occasione di tornare a giocare, in libertà dal mondo odierno in cui tutto si basa sui social e sul rapporto con internet. Papa Francesco ci ha risposto con un bellissimo discorso, invitandoci a fare rumore perché è proprio questo che dona la vita ai giovani. Dopo quest’esperienza custodisco un ricordo che voglio estendere a tutti, raccontandolo appena tornato a casa per mantenere viva la gioia e l’unicità del momento".

Martina Di Marco