REDAZIONE MACERATA

Cerimonia col saluto romano. Denunciate cinque persone

Hanno tra i 60 e i 75 anni. È successo durante la commemorazione dedicata a Ines Donati. Sinistra Italiana: "Nessun folklore: è apologia".

Un’immagine della cerimonia di sabato pomeriggio a San Severino

Un’immagine della cerimonia di sabato pomeriggio a San Severino

Saluto fascista durante la cerimonia di commemorazione dedicata a Ines Donati, cinque persone denunciate dalla polizia. Nel pomeriggio di sabato a San Severino, davanti al monumento dei caduti, si era svolta una cerimonia commemorativa per il centenario della morte di Ines Donati, figura di spicco dell’era fascista, attivista italiana tra le figure femminili più note e discusse, organizzata dall’Associazione Aries. Alla manifestazione, regolarmente preavvisata e presidiata da un adeguato dispositivo di ordine pubblico hanno preso parte poco più di 20 persone. Nel corso della cerimonia dopo un breve discorso da parte di uno degli organizzatori, uno di questi ha chiamato il "presente": e alcuni partecipanti hanno risposto alzando il braccio e facendo il saluto romano. Una scena che ha scatenato subito le reazioni politiche.

L’immediata attività investigativa svolta dalla Digos della Questura di Macerata ha consentito di acquisire prove fotografiche e video e inequivocabili elementi probatori a carico di cinque persone, tra 60 e 75 anni, di cui quattro residenti nel maceratese e uno fuori provincia, che si sono resi responsabili del "saluto romano". I cinque sono stati denunciati alla Procura di Macerata per aver violato la legge Scelba e la legge Mancino, leggi che hanno introdotto il reato di apologia del fascismo. Sulla vicenda è intervenuta anche Sinistra Italiana Marche. "Ricordare con il saluto romano e urlare al cielo "presente" commemorando sotto il monumento dei caduti una persona che aveva compiuto la Marcia su Roma – spiegano –, l’atto iniziale che diede il via ad un ventennio di violenze, soprusi, omicidi, leggi fasciste e una guerra mondiale e civile di cui portiamo il peso ancora oggi, è non solo un atto da condannare, ma anche da penalizzare legalmente. Questo non è folklore, questa è apologia. L’amministrazione e al sindaca Piermattei prendano le distanze".

Chiara Marinelli