"Cartiere, temiamo l’effetto a catena"

La chiusura a Fabriano preoccupa a Matelica, Castelraimondo, Pioraco e Fiuminata: tanti i lavoratori della zona impegnati con Fedrigoni

"Cartiere, temiamo l’effetto a catena"

La chiusura a Fabriano preoccupa a Matelica, Castelraimondo, Pioraco e Fiuminata: tanti i lavoratori della zona impegnati con Fedrigoni

Sono preoccupati anche i sindaci della provincia per la chiusura della società Giano del Gruppo Fedrigoni, a Fabriano, con 195 lavoratori a rischio. Molti di questi infatti sono del Maceratese. Non solo. Gli stabilimenti produttivi di Pioraco (con 102 dipendenti) e Castelraimondo (62 dipendenti), "pur non essendo coinvolti nella decisione" come riferito dai vertici dell’azienda, mantengono alta l’attenzione per il timore, in futuro, di un’eventuale "reazione a catena".

"A oggi il sito di Pioraco non è coinvolto e questa è la doverosa premessa da fare. Ma quanto sta accadendo desta preoccupazione – esordisce il sindaco Matteo Cicconi –. Massimo sostegno ai 195 lavoratori e alle loro famiglie; auspichiamo una soluzione con l’intervento del ministero di fronte alla perdita di posti di lavori in un’area già in crisi e depressa. Necessario, nella concertazione, parlare di piano industriale, per dare maggiore sicurezza al territorio. Un piano a sostegno delle aziende che rappresentano il made in Italy, dato che esiste anche un ministero ad hoc, al di là di tanti proclami. A Pioraco si fa la carta dal 1264. Saremo a fianco dei lavoratori in ogni momento. Già stiamo partecipando a diversi tavoli di confronto". C’è anche il problema degli interinali, i cui contratti scadono a fine anno: il timore è che non siano rinnovati. Questione che riguarderebbe diversi giovani del territorio.

"Non sono tranquillo – interviene il sindaco di Fiuminata Vincenzo Felicioli –, i segnali non sono per niente confortanti, come i sintomi di una malattia che, se non curata adeguatamente, porta a complicazioni. Mi spaventa sempre l’espressione “fondo d’investimento“: non c’è il legame col territorio, non dà le garanzie che avrebbe potuto dare una famiglia di imprenditori che nasce e vive sul posto. Abbiamo già subito la grandissima perdita di Merloni. Tutti dobbiamo mobilitarci. Considerando le famiglie, parliamo di 6-700 persone in difficoltà. A preoccupare è anche il modo in cui è avvenuto: non ci sono alternative alla chiusura? Penso che la Regione giocherà questa partita e interverrà".

Diciannove i matelicesi che lavorano alla Giano. "Siamo in attesa di istruzioni – aggiunge il primo cittadino Denis Cingolani –, metteremo in campo tutte le azioni possibili. Confidiamo almeno in una ricollocazione delle maestranze nei siti di Pioraco e Castelraimondo, o comunque in aziende del territorio. Non possiamo impoverire ulteriormente una popolazione che ha già subito sisma e pandemia e vive nelle aree montane. Diventa necessario un intervento dello Stato. Noi vigileremo e daremo sostegno alle famiglie attraverso sussidi: non lasceremo soli i lavoratori". "L’entroterra vive anche grazie a queste aziende – afferma il consigliere regionale Renzo Marinelli, ex sindaco di Castelraimondo e attuale capogruppo consiliare di maggioranza –. Il rischio è che la situazione possa peggiorare con una reazione a catena. Chi ci assicura che un domani l’azienda non voglia delocalizzare altrove? Dobbiamo lottare affinché la realtà di Fabriano venga salvaguardata e i nostri siti continuino a esistere. Il territorio deve restare compatto". "Una macchia nella storia di Fedrigoni – ha concluso il sindaco Patrizio Leonelli –. Non si può trovare una soluzione meno dolorosa e improvvisa"?

Lucia Gentili