Alla fine il Comune di Porto Recanati ha deciso di rinunciare al progetto contro il caporalato e, di conseguenza, ai relativi fondi Pnrr che ammontavano a ben 7 milioni e 958mila euro. Per questo il gruppo di minoranza "Centrodestra Unito", rappresentato da Rosalba Ubaldi e Angelica Sabbatini, attacca la giunta del sindaco Andrea Michelini.
Tali finanziamenti erano stati ufficializzati a luglio 2023, dopo che il Comune aveva stimato e comunicato al ministero la presenza di circa 500 braccianti agricoli vittime del caporalato tra Porto Recanati, Recanati e Montelupone. La questione aveva scatenato le polemiche dei gruppi di opposizione, non convinti di una presenza così alta di braccianti. Mentre il programma televisivo Report si era espresso in modo scettico sugli stanziamenti per Porto Recanati. Ma adesso pare che il progetto sia stato abbandonato.
"In consiglio è stata discussa la nostra interrogazione sul caporalato, visto il silenzio assordante dell’amministrazione – spiegano Ubaldi e Sabbatini –. Le ultime informazioni a noi note risalivano a ormai 5 mesi fa e abbiamo chiesto di aggiornare nel merito la cittadinanza. E stavolta il sindaco ha risposto così: “vista la lentezza nelle comunicazioni ministeriali e l’impossibilità di realizzare il progetto, sia pure modificato, entro i termini temporali previsti, abbiamo comunicato al ministero la nostra intenzione di uscire dal progetto“". E su questo punto si scatenano le critiche della minoranza. "Affermando di avere 500 casi di vittime (o presunte tali) del caporalato – riprendono Ubaldi e Sabbatini –, lei sindaco ha indotto il ministero ad assegnare a Porto Recanati 8 milioni di euro. Ha portato la nostra città sulle cronache nazionali che non hanno fatto fatica a definirci come dei “truffaldini“, vista la mancata corrispondenza tra quanto dichiarato e quanto evidente sul territorio, e ad associarci a realtà ben più complesse della nostra. Ma oggi con tutta serenità comunica di aver rinunciato al progetto. Glielo avevamo detto fin dall’inizio che i numeri da lei comunicati non ci risultavano. Ora non sappiamo dirle se sarà sufficiente la vergogna o se, invece, ci saranno conseguenze più gravi, ma di certo non lo auguriamo a lei e a tutta la città".
Giorgio Giannaccini