REDAZIONE MACERATA

Cadavere nelle valigie, un’operatrice della Pars cercò di fermare Pamela

La ragazza si era allontanata dalla comunità lunedì pomeriggio: "L’avevamo invitata anche a parlare con la madre"

Pamela Mastropietro

Corridonia (Macerata), 2 febbraio 2017 – Un’operatrice della Pars, lunedì pomeriggio, quando Pamela Mastropietro, la ragazza trovata morta il giorno dopo a Casette Verdini, con il corpo smembrato e rinchiuso in due valigie, aveva cercato di fermate la 18enne mentre si stava allontanando dalla comunità di Corridonia. È quanto sostiene, in una nota, la comunità terapeutica per rispondere alle accuse ventilate in questi giorni, di scarsa vigilanza. L’operatrice, in sostanza, dopo aver cercato di convincere la 18enne a non andarsene, offrendole anche di parlare con la famiglia, era tornata indietro a prendere un’auto, ma a quel punto di Pamela non c’era più traccia.

Sequestrata una mannaia insanguinata a casa del nigeriano

«Precisiamo innanzitutto – spiega la Pars nella nota – che la nostra struttura non ha carattere di contenimento coatto e non può impedire con la forza la permanenza dell’ospite che vuole abbandonarla. L’allontanamento volontario della ragazza è stato prontamente rilevato dai nostri operatori, uno dei quali ha seguito a piedi la ragazza ed ha cercato in tutti i modi di dissuaderla dal suo intento di allontanarsi, offrendole anche di parlare con la famiglia e, in extremis, di accompagnarla alla stazione.

Visto che la ragazza continuava ad allontanarsi, ferma nell’idea di non tornare indietro, l’operatrice si è recata rapidamente a recuperare un’auto per cercare di farla salire con sé, ritornata sul posto la ragazza era scomparsa, probabilmente avendo recuperato un passaggio da qualche autista. Immediatamente sono stati informati tutti i familiari a noi noti (mamma e nonna), i servizi competenti e i carabinieri di quanto accaduto. Confidiamo pienamente negli organi inquirenti perché facciano rapidamente piena luce sui fatti accaduti».

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