PAOLA PAGNANELLI
Cronaca

Botte e tentata estorsione a un pizzaiolo: condannati

Con pugni, pistola e coltello, in tre avrebbero provato a costringere un uomo a consegnare 60mila euro. Di mezzo c’era la vendita di un locale.

Botte e tentata estorsione a un pizzaiolo: condannati

Botte e tentata estorsione a un pizzaiolo: condannati

Con pugni, pistola e coltello, avrebbero provato a costringere un uomo a consegnare 60mila euro. Per questo, accusati di tentata estorsione e lesioni, sono stati condannati ieri Ovidiu Costantini Mazgaciu, romeno 43enne residente a Sant’Elpidio a Mare, Bledar Pjetri, albanese 37enne residente a Potenza Picena, ed Ervis Gjyshi, albanese 39enne residente a Osimo. L’episodio era avvenuto il 18 aprile del 2017. Tutto sarebbe partito da una trattativa avviata da un venezuelano con un foggiano, per la vendita di una pizzeria a Civitanova. Il foggiano avrebbe dato appuntamento al sudamericano vicino allo stadio, per discutere dell’accordo. Ma al suo arrivo, il pizzaiolo aveva trovato il romeno e i due albanesi. Gjyshi aveva sfoderato un coltello da cucina, Pjetri una pistola ad aria compressa: con il calcio dell’arma l’albanese aveva colpito il venezuelano alla testa, poi gli aveva sparato un colpo alla coscia. Mazgaciu aveva invece usato solo i pugni per colpire al volto l’uomo.

Il pestaggio avrebbe dovuto convincere il sudamericano a tirare fuori 60mila euro, 30mila per i tre picchiatori, e altri 30mila per il foggiano che li aveva mandati lì. L’aggredito aveva perso alcuni denti in quella aggressione, con un indebolimento risultato irrecuperabile per la masticazione, e per le ferite alla testa e alla gamba aveva avuto 20 giorni di prognosi. Ma non aveva accettato di pagare, si era invece rivolto alle forze dell’ordine e aveva denunciato quanto successo. Così dopo le indagini il romeno, i due albanesi e il foggiano erano finiti sotto processo, accusati di tentata estorsione e lesioni. Il pugliese però nel frattempo si è reso irreperibile, dunque il giudizio su di lui è stato sospeso, mentre è andato avanti quello per gli altri tre, sentendo la parte offesa e altri testimoni. Ieri nell’ultima udienza in tribunale a Macerata il pubblico ministero Claudio Rastrelli ha chiesto la condanna a sei anni di reclusione per Gjyshi, e sette anni e mezzo per Mazgaciu e a sette anni per Pjetri. I difensori, gli avvocati Vittorio Galeota e Sante Monti, hanno tentato di ridimensionare le accuse mosse a carico degli imputati. Alla fine il collegio ha condannato Mazgaciu e Pjetri a quattro anni e quattro mesi di reclusione, e Gjyshi a quattro anni. Ora comunque gli imputati potranno fare appello contro la sentenza di primo grado.