
Daniele Principi, segretario provinciale della Cgil, analizza i dati sulla cassa integrazione in provincia: +68,8% nel 2024
Nel 2024 in provincia di Macerata sono state richieste e autorizzate complessivamente 3.520.791 ore di cassa integrazione, Fis e altri fondi di solidarietà, vale a dire 1.434.630 ore in più rispetto al 2023. Una crescita impressionante, il 68,8% in più, nelle Marche seconda solo a quella della provincia di Fermo (+126,4%), ma prima di quelle di Ascoli (+65,7%), Pesaro (+32,3%) e Ancona (+20,7%). Questo il quadro che emerge dai dati Inps, elaborati dall’Ires Cgil Marche, che evidenziano a livello regionale 23,4 milioni di ore, 7 milioni di ore in più sul 2023 (+44,9%), una tendenza al rialzo molto più accentuata rispetto al valore medio italiano (+21,1%) e a quella del centro Italia nel complesso (+12,1%). Osservando i dati relativi alla distribuzione delle ore nei singoli rami di attività corrispondenti alle diverse gestioni Inps della Cassa integrazione guadagni, l’industria assorbe la maggior parte delle ore autorizzate e, in questo contesto, i comparti che registrano l’incremento maggiore sono pelli, cuoio e calzature (+163,8%) e tessile e abbigliamento (+326,7%), cioè quella parte dell’industria manifatturiera che, sia pure ridimensionata rispetto ai fasti di un tempo, costituisce ancora oggi un asse portante dell’economia maceratese. "Purtroppo sono dati pesanti, ma non ci stupiscono, visto che da oltre un anno abbiamo lanciato l’allarme su quanto sta accadendo", afferma Daniele Principi, segretario provinciale della Cgil. "Abbiamo dei distretti da difendere – prosegue – ad iniziare da quelli delle calzature nell’area di Civitanova e delle pelli e cuoio a Tolentino, che rappresentano ancora una parte molto importante del nostro apparato produttivo. Il fatto è che, di fronte a una crisi del genere, non si vedono strategie, né da parte delle imprese, né delle istituzioni". Ma a soffrire, anche se con incrementi meno rilevanti, sono anche i settori della chimica, gomma, plastica (+36,9%) e meccanica e metallurgia (+32,8%). Dichiara Eleonora Fontana, segretaria Cgil Marche: "Il dato del 2024 conferma la profonda crisi che investe la regione e, in particolare, il settore manifatturiero, una situazione che stiamo denunciando da tempo, per salvaguardare posti di lavoro e salari. Non sono più rinviabili, dalla Regione, politiche per invertire la tendenza".
Franco Veroli