REDAZIONE MACERATA

Blockchain nell’agroalimentare, una delegazione dell’ateneo protagonista all’Expo di Dubai

Il progetto su trasparenza per i consumatori e marketing per le aziende

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La filiera agroalimentare è una delle frontiere di applicazione della tecnologia delle blockchain. Questa sorta di registri elettronici permettono di certificare e condividere molte informazioni da parte di tutti gli attori coinvolti nel processo produttivo. Per accedere a questo identikit, il consumatore non deve far altro che scansionare un semplice e oggi sempre più diffuso qr code. Allo stesso tempo, si aprono nuove prospettive di marketing e di controllo della filiera per le aziende. Di questo nei molteplici aspetti – tecnologici, giuridici, economici – ha parlato la delegazione dell’Università di Macerata a Expo 2020 Dubai, in occasione della giornata di apertura della settimana dedicata alla Regione Marche. La coordinatrice Francesca Spigarelli: "La tecnologia delle blockchain può aiutare a garantire la massima trasparenza, oggettività e sicurezza dei prodotti agroalimentari e può offrire ulteriori opportunità alle aziende sia per organizzare meglio il processo produttivo sia per conoscere meglio il cliente che interagisce con il prodotto". Per ottimizzare questo processo, come ha spiegato Emanuele Frontoni, ordinario di informatica a Unimc, "dobbiamo promuovere la convergenza tra blockchain, intelligenza artificiale, internet delle cose e realtà virtuale".

Nel corso della presentazione, moderata da Massimo Meccarelli (Università di Macerata), sono intervenuti anche Geert Deconinck dell’Università Cattolica di Lovanio, Pamela Lattanzi, Cristiano Venturini, amministratore delegato della iGuzzini di Recanati, Maria Isabel Fortea ed Edna Pasher della Edna Pasher Phd and Associates, che ha intervistato Milly Perry.