Battaglia legale nel fitness: "Dopo otto anni ecco la verità. Ho perso tanto, ma giustizia è fatta"

La Corte di Appello ha dato ragione a Minestroni nella vicenda che l’ha portata in tribunale contro l’Asd Virtus Pasqualetti. Tutto è nato dall’interruzione improvvisa di un rapporto di lavoro .

Nicoletta Minestroni

Nicoletta Minestroni

Ha avuto un epilogo favorevole per la professoressa Nicoletta Minestroni, in corte di appello ad Ancona, la lunga battaglia giudiziaria tra l’insegnante e la Virtus Pasqualetti di Macerata. I fatti risalgono a otto anni fa quando, dopo 25 anni di collaborazione che avevano portato il settore fitness della Virtus, diretto da Minestroni, a essere un punto di riferimento del mondo del fitness nazionale e una palestra all’avanguardia, la società sportiva ha improvvisamente interrotto i rapporti, accusando anche Minestroni di gravi inadempimenti.

Dopo l’interruzione del rapporto, quest’ultima si è rivolta all’avvocato Massimiliano Cingolani e ha iniziato la sua battaglia giudiziaria per vedere, innanzitutto, accertata l’assoluta infondatezza delle contestazioni ricevute, e inoltre per ottenere l’accertamento dei gravi inadempimenti contrattuali posti in essere da parte della Virtus Pasqualetti. Da qui è iniziato un lungo percorso, in cui Minestroni ha visto riconosciuta dalla sezione lavoro del tribunale di Macerata l’insussistenza dei motivi di interruzione del rapporto lavorativo da parte della Virtus, la proprietà di parte delle attrezzature sportive che la stessa aveva acquistato, oltre alla propria professionalità e correttezza. Si è arrivati poi in questi giorni alla sentenza della corte di appello la quale, accogliendo l’impugnazione di Nicoletta Minestroni, ha condannato la Virtus anche al pagamento delle retribuzioni ancora dovute e mai corrisposte dalla società all’istruttrice.

"In primo grado il tribunale ha rigettato tutte le contestazioni della Virtus, escludendo categoricamente che Minestroni avesse commesso degli inadempimeti verso la società. I giudici hanno accolto le argomentazioni della professoressa e accertato le gravi violazioni contrattuali poste in essere dalla stessa Virtus, nel momento in cui aveva risolto il contratto per grave inadempimento di Minestroni – spiega l’avvocato Cingolani –, e questo accertamento è passato in giudicato. Successivamente, Minestroni ha impugnato la sentenza per vedere riconosciuto anche gli stipendi che le erano dovuti e che non le erano stati pagati".

"Dopo otto lunghi anni di vicissitudini giudiziarie, giustizia è stata fatta" dice Minestroni. "Ero certa dell’esito – aggiunge – e sono ancor più felice e soddisfatta oggi, a distanza di anni, per questo risultato che mi ripaga di tanti dispiaceri. Sono stati anni difficili nei quali, a causa di illazioni che hanno trovato smentita in sede giudiziale, ho perso lavoro, relazioni, frequentazioni. Per tutto il tempo mi ha consolato una sola cosa, l’aver agito sempre mantenendo la correttezza professionale come obiettivo, secondo l’etica alla quale sono stata educata in primis dalla mia famiglia e poi dallo sport e dai suoi valori in cui ho sempre creduto. Il mio carattere da un lato e gli insegnamenti ricevuti mi hanno consentito, quando in maniera ingiusta mi è stato tolto il lavoro a cui con passione mi ero dedicata per ben 25 anni, di ricominciare una nuova vita. Ringrazio mio padre Aldo per avermi aiutato ed essermi stato sempre vicino, e tutti quelli che con affetto e stima mi hanno accompagnata in questi anni. Ringrazio anche tutti quelli che mi hanno attaccato e che hanno tenuto condotte poi dimostratesi infondate, perché mi hanno fatto capire che quello che stavo facendo, pur nei contrasti, era una cosa grande".