PAOLA PAGNANELLI
Cronaca

Macerata, il cold case della baronessa: riaperte le indagini per il delitto di 44 anni fa

Nel 1980 Jeanette Rothschild e la sua segretaria furono trovate senza vita. Dalla banda della Magliana ad altri misteri, ora saranno sentiti nuovi testimoni

La baronessa

Jeanette Rothschild uccisa con la segretaria Gabriella Guerin, sui monti Sibillini

Macerata, 2 novembre 2024 – A distanza di 44 anni si riaprono le indagini sulla morte della baronessa Jeanette Rothschild e della sua segretaria e interprete Gabriella Guerin, trovate senza vita in un’auto in mezzo ai monti Sibillini. Per carabinieri e procura di Macerata si trattò di un duplice omicidio.

Della riapertura del caso ha parlato ieri sera ‘Quarto grado’ su Rete 4, con nuove informazioni sulla misteriosa vicenda che vide protagoniste le due donne.

La baronessa, 40enne, ex moglie del finanziere Evelyn Rothschild, e la sua segretaria, vivevano all’epoca a Sarnano, un piccolo comune in provincia di Macerata, dove stavano ristrutturando un casale.

Le due donne sparirono nel nulla il 29 novembre del 1980, dopo essere uscite per un giro in auto verso le piste di Sassotetto. Le forti nevicate di quei giorni complicarono le ricerche, e nonostante un dispiego di mezzi imponente fu ritrovata in un primo momento solo l’auto più alcune tracce che portavano a un casale. Fu solo tredici mesi più tardi, il 27 gennaio del 1982, che gli scheletri furono individuati da due cacciatori in un bosco a Podalla di Fiastra, altro paese del Maceratese.

Le indagini presero diverse direzioni, coinvolsero anche Scotland Yard e si diramarono fino al Brasile, si ipotizzarono collegamenti con la banda della Magliana, con Roberto Calvi, con un furto di opere d’arte alla casa d’aste Christie’s di Roma, avvenuto il giorno prima della scomparsa, e si sospettò di due sardi autori di una rapina. Ma alla fine, pur ritenendo che la baronessa e la segretaria fossero state uccise, non fu possibile chiarire cosa fosse successo, e soprattutto chi fosse il responsabile. Anni fa, la procura di Macerata provò a riaprire le indagini, ma anche in quel caso non si arrivò a nulla e il fascicolo fu achiviato.

Ora però una nuova lettura degli atti ha permesso di individuare una pista ancora inesplorata, con la quale si potrebbe finalmente arrivare a risolvere il giallo. A spingere verso questa prospettiva sono alcuni particolari, alcuni aspetti rimasti oscuri, alcuni passaggi contraddittori rimasti agli atti, su cui ora c’è l’intenzione di fare piena luce.

Decine di persone sono state sentite dai carabinieri, e altri accertamenti sono in corso, coordinati dal sostituto procuratore di Macerata Francenco Carusi, che dirige l’inchiesta.

Ieri sera una prima anticipazione dei particolari riemersi in questo cold case, su cui indagano anche i carabinieri di Roma, sono state svelate nel programma condotto da Gianluigi Nuzzi con Alessandra Viero. L’ipotesi di reato è sempre il duplice omicidio, e ora gli inquirenti contano finalmente di riuscire – a distanza di 44 anni dai fatti – a trovare il nome di chi lo commise e a svelare il motivo per cui le due donne, piombate sui Sibillini dal jet set internazionale, furono uccise in quella notte di tormenta.