LUCIA GENTILI
Cronaca

Macerata, i due cadaveri ritrovati. “Sembrava riposassero”

Il cacciatore Corrado Ermini oggi ha 82 anni. Fu lui che nel 1982 con un amico individuò i corpi della baronessa Rothschild e della sua segretaria

Jeannette Bishop May era scomparsa da Sarnano 29 novembre 1980

Jeannette Bishop May era scomparsa da Sarnano 29 novembre 1980

Macerata, 7 novembre 2024 – “Un pezzo di stivale da donna, le borse, i capelli. E poi quello che rimaneva dei corpi, come se fossero stati adagiati sul terreno”.

È quello che ricorda l’ormai 82enne Corrado Ermini di Acquacanina di Fiastra, uno dei due cacciatori che il 27 gennaio 1982 trovarono i resti della baronessa Rothschild, Jeannette Bishop May, e della sua segretaria Gabriella Guerin.

A Podalla di Fiastra, nel bosco, vicino al cimitero della frazione. Durante una battuta di caccia al cinghiale. Ermini, padre dell’attuale capogruppo di minoranza Manuela Ermini, è stato convocato dai carabinieri di Tolentino i giorni scorsi e domani sarà ascoltato anche alla presenza del pm Francesco Carusi.

Con la riapertura del caso, tra oggi e domani, mercoledì 13 e giovedì 14, saranno interrogate una decina di persone, tra cui anche Ortelio Valori, titolare dell’Hotel Sibilla, dove la baronessa e l’assistente erano passate nel pomeriggio del 29 novembre 1980, prima di scomparire nel nulla. E ancora, il geometra Nazzareno Venanzi, che si occupava della ristrutturazione del casolare in contrada Schito acquistato dalla May, insieme alla moglie. E l’altro cacciatore, Domenico Panunti di Camerino, che fu proprio il primo a trovare i cadaveri.

Corrado Ermini
Corrado Ermini

“La mattina del 27 gennaio 1982 – racconta Ermini, che all’epoca lavorava come guardiano della diga di Fiastra – io e i fratelli Panunti, Domenico e Rosilio (che non c’è più, ndr), decidemmo di andare insieme a caccia. Ci eravamo divisi: Domenico da una parte, io e Rosilio con il cane dall’altra. Ad un certo punto Domenico ci chiamò dicendoci che doveva andare via, che c’era un’urgenza”. Panunti era andato ad avvisare le autorità. “Io mi trovai di fronte ai resti, alle ossa, in seconda battuta quindi – prosegue -. Un’immagine che mi colpì. La mia impressione è come se fossero state adagiate in posizione di riposo. Sono passati 42 anni, ma ricordo un pezzo di stivale, le borse (che contenevano i documenti), i capelli. La stagione della caccia al cinghiale si sarebbe conclusa pochi giorni dopo. Fummo intervistati da tanti giornalisti sul posto”. Tra cui Tonino Carino. A distanza di un anno e due mesi dalla scomparsa, i corpi di Jeannette e della sua segretaria furono ritrovati.

Poco dopo che il secondo marito della baronessa, l’imprenditore inglese Stephen May, dirigente di una catena di grandi magazzini, offrì una taglia di 100 milioni. Ne seguì anche una causa giudiziaria tra Panunti e Stephen May, che non voleva dare la ricompensa promessa. Ermini rimase fuori alla querelle. “Io avevo solo 5 anni – ricorda la figlia Manuela – ma ricordo che papà rimase sconvolto dalla scoperta dei due corpi”.

Secondo Corrado la zona era poco battuta e per lo più da cacciatori di beccacce e cinghiali. Secondo il prof. di Biologia dell’università di Camerino, ora in pensione, Franco Venanzi, invece, “in quell’area passarono tantissime forze dell’ordine, ospitò anche un campeggio di boy scout”. Tante le piste che vennero seguite dagli inquirenti: rapimento, morte per assideramento, delitto di mafia, e il coinvolgimento della banda della Magliana per contrabbando di opere d’arte. Oggi si tenta di fare nuova luce sul giallo dei Sibillini.