FRANCO VEROLI
Cronaca

"Banche e aziende: dialogo fondamentale"

Capacci, direttore dell’area imprese di Intesa Sanpaolo: dobbiamo essere un punto di riferimento per il tessuro economico e sociale

di Franco Veroli

Stefano Capacci è il direttore dell’area imprese Marche di Intesa Sanpaolo, che intervenuta a sostegno delle imprese in anticipo rispetto al primo decreto del governo, poi sulla base degli atti dell’esecutivo. Ecco, qual è il bilancio delle erogazioni nella provincia?

"Il bisogno più urgente delle imprese è stato evidentemente quello della liquidità. Come Intesa Sanpaolo ci siamo mossi da subito a sostegno delle imprese locali e del territorio, dapprima con iniziative proprie, poi con tutte le soluzioni previste dal Decreto liquidità, per consentire loro di superare le difficoltà e ripartire. Nei primi otto mesi dell’anno, abbiamo erogato alle imprese della provincia 140 milioni di euro di nuovo credito, mentre le sospensioni di mutui e prestiti attivate in regione, tra famiglie e imprese, all’inizio di giugno erano circa 9mila, per un controvalore di 960 milioni".

L’emergenza Covid ha imposto di rivedere un rapporto, quella tra banche e imprese, fatto di alti e bassi, di grande sinergia, ma talvolta di conflittualità. Quali sono le novità in base al quale va rimodulato?

"Direi che semmai l’emergenza ha rinsaldato la consapevolezza della centralità del dialogo e della collaborazione tra imprese e mondo del credito. Valori, questi, che sono al centro dell’azione del nostro gruppo: essere una banca solida presuppone il dovere di essere una banca responsabile, di rappresentare un punto di riferimento per il tessuto economico e sociale, tanto più in questi momenti difficili".

La nostra è una realtà costituita soprattutto da piccole e medie imprese, quelle che spesso lamentano difficoltà di accesso al credito.

"Le piccole e medie imprese sono la colonna portante del tessuto produttivo e occupazionale locale e non solo: oggi più che mai è fondamentale mettere a loro disposizione strumenti facilmente accessibili, efficaci e immediati. Soltanto per citare uno tra i molti esempi possibili, l’ulteriore plafond da 10 miliardi di euro che destiniamo al nostro ‘Programma filiere’, che consente alle piccole imprese di ottenere un migliore e più conveniente accesso al credito, è il segno tangibile della nostra fiducia nella ripresa del sistema: nelle Marche, a oggi, vi hanno aderito 16 aziende capofila con oltre 1.800 dipendenti, 350 imprese fornitrici e un giro di affari complessivo pari a 1,7 miliardi di euro". Ora che Intesa ha acquisito Ubi, fortemente presente sul nostro territorio, che cosa cambierà?

"Quella che nasce, come ha sottolineato il nostro Ceo Carlo Messina, è una nuova realtà bancaria, che trarrà dunque la sua forza proprio dal solido rapporto che già esiste con le comunità, le famiglie e gli imprenditori. Si tratta di una realtà che contribuirà in maniera determinante allo sviluppo dell’economia reale di tutte le aree interessate, in grado di ricoprire il ruolo di leader nello scenario bancario europeo e di rappresentare un pilastro fondamentale per un nuovo futuro di crescita del Paese".