"Negli ultimi cinque anni abbiamo assistito al ridursi del numero di filiali e addetti agli sportelli bancari. I motivi? Il venir meno di banche locali, radicate nel territorio, la riorganizzazione dei grandi gruppi creditizi nazionali con riduzioni di sedi e personale e l’accelerazione verso i servizi home banking. Così, su 225 comuni marchigiani, sono ben 48 quelli senza sportelli bancari (dati della fine del 2021): sono soprattutto le province di Macerata e Fermo a soffrire di più, in particolare nel Maceratese ci sono 14 paesi sprovvisti di sportelli bancari".
A fare il punto Paolo Silenzi, presidente Cna Marche, partendo da un’indagine del Centro Studi Cna Marche, diretto da Giovanni Dini, su dati Istat, Inail e Banca d‘Italia. Dal 2017 il numero di addetti nel settore dell’intermediazione finanziaria in regione è sceso da 3.828 a 3.441. Il calo è stato di 387 addetti, pari al 10,1 per cento, un valore doppio rispetto al meno 5,2 dell’Italia. I comuni privi di servizi bancari sono 48, pari al 21,3 per cento del totale. Secondo il report, nella nostra provincia sono senza sportello 14 comuni (su 55): Bolognola, Camporotondo, Castelsantagelo, Cessapalombo, Fiastra, Fiuminata, Gagliole, Monte Cavallo, Monte San Martino, Poggio San Vicino, Sefro, Serrapetrona, Ussita, Valfornace. Nel Maceratese ci sono 131 sportelli. "Si tratta di piccoli comuni montani e dell’entroterra, abitati prevalentemente da anziani, che perdono lo sportello bancario dopo aver visto chiudere ospedali, uffici postali, edicole e altri servizi di grande importanza per la qualità della vita – spiega Silenzi –. Non deve sorprendere se qui si assiste a un costante calo demografico a causa della fuga di tanti giovani verso grandi città, località costiere della regione, altre regioni o l’ estero. Tra l’altro gli anziani che rimangono non hanno grandi capacità digitali e diffidano dell’home banking, sono costretti a recarsi in Comuni vicini per le operazioni bancarie o anche solo per prelevare contanti con il bancomat – incalza Silenzi –. Ma disagi si hanno anche per imprese e operatori economici. Occorre intervenire per ridurre i disagi dell’entroterra, sempre più penalizzato".
Senza sportelli anche sette comuni nelle provincia di Ascoli, sette in quella di Pesaro e cinque nell’Anconetano. "Alcune realtà urbane piccole e posizionate in siti difficili da raggiungere, con risorse non facili da valorizzare, sono comunque importanti per il presidio del territorio regionale e il suo equilibrio. I comuni non presidiati da sportelli bancari vanno dotati di strutture adatte a garantire i servizi del credito e della finanza per i residenti e quelle iniziative imprenditoriali che potrebbero sorgere sul territorio e aiutarlo a mantenere una sua vivacità e una sia pur minima attrattività".
Chiara Gabrielli