di Paola Pagnanelli
Le norme anti Covid impongono un rinvio lungo per il maxi processo ai vertici di Banca Marche, dove tra imputati e parti offese è impossibile evitare assembramenti. Lo ha deciso il giudice Francesca Grassi, presidente del collegio che sta esaminando il caso. Come riporta il documento, "alla luce della situazione sanitaria generale, dei ripetuti casi di positività al virus tra il personale degli uffici e della specifica situazione edilizia del tribunale di Ancona, i cui ambienti sono privi di aerazione diretta", il presidente del tribunale Giovanni Spinosa ha sollecitato di rinviare le udienze fissate fino al 9 dicembre "potenzialmente foriere di assembramento e prive di specifiche ragioni di urgenza".
"Ritenuto che le udienze del processo Banca Marche rientrino senz’altro in tale ultima categoria – scrive il giudice Grassi, dopo aver riportato le disposizioni del presidente del tribunale – non ricorrendo specifiche ragioni di urgenza e comportando mediamente un afflusso in aula di parti, con esclusione quindi del pubblico, in numero non inferiore a 40 con permanenza media di circa sei ore in un locale, pur ampio, non si giova di areazione esterna diretta", si è deciso di rinviare d’ufficio la prossima udienza prevista per domani al 25 gennaio.
La ricostruzione dei fatti che portarono al crac da un miliardo di euro di Banca Marche ha già richiesto oltre 20 udienze, durante le quali i testimoni hanno iniziato a ripercorrere la gestione del sistema del credito in favore degli imprenditori edili, il sistema dei controlli, le scelte operate dai vertici dell’istituto. Ma ce ne vorranno probabilmente altrettante per completare l’istruttoria, così da poter valutare se ci furono responsabilità per il dissesto, e di chi furono. Tra gli imputati, l’ ex direttore generale Massimo Bianconi, l’ex presidente del cda Lauro Costa, Stefano Vallesi, ex vice direttore generale Bm e membro cda Medioleasing, Giuliano Bianchi (consigliere d’amministrazione di Banca Marche).