LUCIA GENTILI
Cronaca

Aumentano gli attacchi dei lupi: "Il bestiame è a rischio continuo"

L’allarme di Coldiretti e allevatori per l’avvistamento di branchi sulla prima collina e anche vicino ai centri abitati: "Gli animali spariscono quasi settimanalmente e avere i rimborsi è sempre più difficile".

L’allarme di Coldiretti e allevatori per l’avvistamento di branchi sulla prima collina e anche vicino ai centri abitati: "Gli animali spariscono quasi settimanalmente e avere i rimborsi è sempre più difficile".

L’allarme di Coldiretti e allevatori per l’avvistamento di branchi sulla prima collina e anche vicino ai centri abitati: "Gli animali spariscono quasi settimanalmente e avere i rimborsi è sempre più difficile".

C’è apprensione tra gli allevatori per gli attacchi al bestiame ad opera di lupi e cani inselvatichiti. Gli ultimi episodi hanno riguardato l’Appennino e le aree protette dei Sibillini ma non mancano avvistamenti di branchi sulla prima collina e sulla costa, anche vicino ai centri abitati. A lanciare l’allarme è Coldiretti Macerata. È esasperato Renzo Turchi, allevatore nella zona del San Vicino (San Severino). "Da tempo ormai subiamo gli attacchi dei lupi – dice Renzo –, ma negli ultimi quattro-cinque anni la situazione è peggiorata. Sentendo anche i colleghi vicini, gli animali spariscono quasi settimanalmente nella nostra zona. Proprio oggi (ieri, ndr) manca all’appello un vitello, che l’altro giorno era già stato ferito. Da primavera a oggi avevo già perso quattro vitelli, e questo equivale a una perdita di qualche migliaio d’euro. Un vicino ne conta ben quindici in meno. Diventa sempre più necessario ridurre il numero dei lupi. Tra l’altro noi allevatori possiamo avere il rimborso solo se recuperiamo anche la carcassa ma spesso questo non è possibile in casi come il mio, ad esempio, dove il pascolo avviene su 1000 ettari. Tra l’altro per avere un risarcimento l’animale ucciso deve avere almeno un mese, ma può capitare che i lupi facciano fuori anche quelli nati da pochi giorni. Inoltre io, che arrivo anche alla zona di Canfaito, piena di gente, famiglie con bimbi, cagnolini, non posso girare ovunque con i cani da guardia perché potrebbe essere pericoloso".

Turchi evidenzia poi che sarebbe cambiato anche il comportamento dei predatori: "Non scappano più, si fermano, si possono vedere anche alle 11 del mattino vicino al campo". "Sono gli allevatori ad essere a rischio estinzione – commenta Giordano Nasini, direttore di Coldiretti Macerata – e l’abbandono della montagna, delle aree interne, va a scapito della tenuta di tutto il territorio. Il lupo è un animale protetto che negli ultimi anni si è moltiplicato ma dobbiamo considerare anche la salvaguardia di tutti gli animali. Anche pecore e capre sbranate, vitelli e puledri sgozzati hanno diritto di esistere. L’Unione Europea sta valutando una revisione dello stato di conservazione ma nel frattempo servono immediati interventi straordinari da parte della Regione e del Parco dei Sibillini a sostegno degli allevatori".

"I lupi stanno aumentando a dismisura – aggiunge Pieralberto Zagaglini, vicepresidente della comunanza agraria di Castel San Pietro a San Severino -. E le nostre mucche sono continuamente sotto scacco. È necessario intervenire per tempo altrimenti se continua così saremo costretti a smettere. Ma senza allevatori, sentinelle del posto, questi territori finirebbero nell’incuria, col rischio di trovarsi i predatori nei centri urbani. Il numero degli animali selvatici, come lupi e cinghiali, deve essere monitorato, tenuto sotto controllo". È più moderato Attilio Rivelli di Pieve Torina, con bestiame al pascolo sul Monte Fema. Ma evidenzia anche lui il grosso problema dei rimborsi, concessi solo in presenza delle spoglie. "Ora, a differenza del passato – spiega – l’indennizzo è equo, però mentre prima agivano uno-due lupi e buona parte della carcassa rimaneva sul posto, ora interviene un intero branco e non resta più nulla del povero animale".