REDAZIONE MACERATA

Artisti maceratesi in mostra a Venezia

La Scuola Grande San Teodoro di Venezia ospita la mostra di artisti marchigiani "D’ubertà celata s’approda", ispirata alla terra e alla sua ricchezza. Le opere esplorano il concetto di "abitare la terra" e l'appartenenza alla comunità.

Artisti maceratesi in mostra a Venezia

Artisti maceratesi in mostra a Venezia

La Scuola Grande San Teodoro di Venezia ospiterà da domani fino al 7 luglio la mostra collettiva di artisti contemporanei marchigiani "D’ubertà celata s’approda" con le opere di Ado Brandimarte, dell’appignanese Simone Doria e del maceratese Filippo Sbrancia in rappresentanza dello spazio indipendente Officine Brandimarte, Alessandro Di Sera in rappresentanza dell’associazione artistica Lou Capanneau e Nicola Farina, della matelicese Adinda Putri Palma, della civitanovese Paola Tassetti (nella foto di Alisia CrucianI). L’iniziativa è promossa dall’associazione culturale Ipsumars di Montecassiano. Il titolo della mostra si ispira alla lirica di Giosuè Carducci, composta in occasione del primo centenario della nascita di Giacomo Leopardi, che descrisse la nostra magnifica terra nel 1898. "L’ubertà, la ricchezza, la fertilità e la generosità della regione Marche – sottolinea la curatrice Barbara Caterbetti – risuonano e si rendono visibili come un grande e naturale giardino all’italiana dolce, sereno, a volte patetico, lucido e privo di punte, invadendo le menti degli artisti che guardano il paesaggio non solo con gli occhi, ma respirandolo con tutto il corpo. In mostra c’è l’opera che approda ovunque con la sua fertilità e che, durante il suo peregrinare, è percepita e desiderata, in attesa di essere fruita e rivelata". C’è un filo che unisce i lavori selezionati per l’esposizione.

"Le opere in mostra – spiega Caterbetti – scandagliano il concetto di "abitare la terra", la portatrice silenziosa di tutte le cose, elemento che possiede un significato profondo e stratificato, radicato in molteplici dimensioni filosofiche e di appartenenza. La terra è quindi il mistero inesauribile, l’invisibile che sostiene il visibile, una forza silente che nutre e regge l’intero edificio del mondo sensibile. La terra è anche emblema di appartenenza, ogni zolla è intrisa di storie, di vissuti che si intrecciano nel tessuto della comunità".