REDAZIONE MACERATA

Area archeologica di San Claudio: "Gli scavi devono ripartire. E i reperti non si abbandonano"

Giustozzi del Centro studi che da anni si occupa del sito si rivolge alle istituzioni.

Area archeologica di San Claudio: "Gli scavi devono ripartire. E i reperti non si abbandonano"

"Sarebbe quanto mai utile riprendere a scavare", è l’appello lanciato da Piero Giustozzi (nella foto), segretario del "Centro Studi San Claudio al Chienti" in merito all’area archeologica di San Claudio, ove insiste l’antica città romana di Pausula. Il sito, di notevole importanza per storia ed estensione, attualmente non è visitabile. "L’area è confinata nel dimenticatoio delle istituzioni preposte alla sua tutela e valorizzazione – afferma Giustozzi –. Dopo le campagne di scavo tra il 1980 e ‘82 e le sollecitazioni del parroco di allora, don Benedetto Nocelli per renderla fruibile ai visitatori, ora è in stato di completo abbandono".

Furono, infatti, portati alla luce circa 680 mq dell’antico abitato poi interrati. "Non è più tollerabile – aggiunge – che i numerosi reperti restino incustoditi visto che sono stati ampiamente recensiti dall’Unimc ed alcuni figurano nel Cil (Corpus inscrptionum latinarum) del Mommsen ed è stata più volte sollecitata la richiesta di riunirli in un antiquarium. La Soprintendenza delle Marche, vanamente contattata, si è scissa in due tronconi. Per Macerata, Fermo ed Ascoli la sede è stata dislocata in quest’ultima città che però non ha locali sufficienti per ospitarla mentre su Macerata provvisoriamente la competenza è stata conferita l’archeologa Cecilia Gobbi alla quale abbiamo riferito le problematiche inerenti all’area archeologica. Finalmente abbiamo trovato un interlocutore attento alle nostre richieste che inoltrerà tutto alle varie istituzioni". Il Centro studi è interessato soprattutto ai 100 mq di un’area, interrata nel 1982, sulla quale insistono i ruderi del basamento di un edificio paleocristiano. "A Pausula esisteva una delle prime comunità cristiane d’Occidente, sede di diocesi con un proprio vescovo. Abbiamo inoltre segnalato al Nucleo tutela del patrimonio culturale dell’Arma dei carabinieri di Ancona i reperti spariti o trafugati – sottolinea Giustozzi – un capitello binato, la mitra del busto di San Savino e una testina di marmo bianca di pregio che riproduce le fattezze di un uomo maturo. Abbiamo anche consegnato la documentazione fotografica e storica dei reperti rinvenuti nel corso dei secoli a San Claudio. Dalle ricognizioni effettuate nel 2010 con l’ausilio di elicotteri dall’Arma dei Carabinieri sono state individuate tracce di edifici a pianta quadrangolare con colonnati e una vasta area quadrangola riferibile probabilmente a una piazza".

Diego Pierluigi