PAOLA OLMI
Cronaca

Aquisgrana deve traslocare: "Lo spazio sacro resti tale"

Il vescovo Pennacchio spiega perché la diocesi ha chiesto di liberare i locali dell’abbazia di San Claudio e di rimuovere la targa "Carlo Magno".

Aquisgrana deve traslocare: "Lo spazio sacro resti tale"

L’arcivescovo Rocco Pennacchio ha incontrato i promotori della petizione

Aquisgrana trasloca per disposizioni canoniche e pastorali. Questa la risposta, in sintesi, alla petizione consegnata a luglio all’arcivescovo di Fermo, Rocco Pennacchio, da cinque studiosi, promotori e amministratori della pagina Facebook "Quelli che… San Claudio non è Aquisgrana".

In questo periodo monsignor Pennacchio ha presentato al parroco di San Claudio al Chienti, tramite lettera, esplicita richiesta di liberare lo spazio superiore dell’abbazia e di rimuovere la targa "Carlo Magno". Il tutto da realizzare, verosimilmente, entro settembre. Il piano superiore della chiesa viene utilizzato quasi esclusivamente come sede di un centro studi che sostiene la tesi di don Carnevale e cioè che lì sorga la Cappella Palatina e quindi l’autentica Aquisgrana.

Monsignor Pennacchio, lo spazio, come sa, all’interno contiene un’immagine di Carlo Magno e una lapide che attesta la presenza del corpo dell’Imperatore. È corretto?

"Le disposizioni canoniche non consentono di ospitare in spazi sacri altro che non sia relativo alla santità del luogo, di conseguenza attività culturali non possono essere svolte in tali spazi".

Alcuni parrocchiani desiderano che gli spazi attualmente occupati dal centro studi, dalle loro pubblicazioni e tesi, vengano restituiti alla comunità. Cosa ne pensa?

"Richiesta legittima, che io condivido. Di recente insieme al parroco abbiamo affrontato questa problematica perché lo spazio sacro del complesso di San Claudio venga restituito integralmente alla sua funzione". Qual è il suo parere in merito alla petizione che le è stata consegnata dal gruppo di studiosi della pagina Facebook "Quelli che… San Claudio al Chienti non è Aquisgrana"?

"Ho incontrato i promotori della petizione, che mi hanno consegnato la raccolta di firme e con i quali ho avuto uno scambio per me molto arricchente. Il mio parere è che tale raccolta di firme nasce da un’esigenza vera e motivata da un punto di vista scientifico".

Secondo lei, senza entrare nel merito delle tifoserie per cui è tutto vero o è tutto falso, esiste un modo per spostare fisicamente il cuore del contendere?

"Ognuno è libero di esprimere, singolarmente o in modo associato, il proprio pensiero, quindi anche chi difende le tesi del professor Carnevale. Ribadisco che gli spazi del complesso di San Claudio, come di ogni parrocchia, non possono essere il luogo idoneo di tale attività culturale".

L’idea di traslocare la questione storica su Carlo Magno in altri terreni e edifici potrebbe essere una soluzione? Ciò per dare a tutti l‘opportunità di vivere la bellezza architettonica e spirituale della chiesa di San Claudio al Chienti?

"Le valutazioni delle tesi del professor Carnevale e l’eventuale dibattito spetta al mondo scientifico e accademico. Trattandosi di un ambito culturale, il luogo fisico in cui affrontare tali questioni non possono essere locali pastorali o, a maggior ragione, spazi sacri come la chiesa superiore".