REDAZIONE MACERATA

Antenna, si accende la protesta : "La salute vale più dei soldi",

Il comitato "Salviamo Belforte" chiede revoca autorizzazione per palo telecomunicazioni. Sit-in e azione legale contro emissioni nocive.

Il comitato "Salviamo Belforte" chiede revoca autorizzazione per palo telecomunicazioni. Sit-in e azione legale contro emissioni nocive.

Il comitato "Salviamo Belforte" chiede revoca autorizzazione per palo telecomunicazioni. Sit-in e azione legale contro emissioni nocive.

Ieri il comitato "Salviamo Belforte" ha inviato una pec al Suap (Sportello unico attività produttive) dell’unione montana Monti Azzurri per chiedere la revoca dell’autorizzazione - concessa dall’ente a una società che si occupa di telecomunicazioni - di costruire un palo alto 36 metri in via San Giorgio. Il gruppo ha allegato alla richiesta circa 500 firme. Sabato c’è stato il sit-in: grandi e bambini hanno marciato con gli striscioni "La salute vale più dei soldi", "La salute prima della tecnologia", "Stop antenne, a chi servono?" e "Stop antenna sopra alla testa dei nostri figli". L’ultima di una serie di attività da parte del comitato, che si è costituito a inizio anno, "quando ci siamo accorti che era già tutto ’apparecchiato’ per la realizzazione del palo e l’unione montana, tramite Suap, aveva già rilasciato il titolo unico", spiega il presidente Paolo Passarini, anche lui residente nella zona. Il traliccio dovrebbe ospitare almeno cinque antenne, apparati di trasmissione radio per servizi di telefonia mobile. Appena dopo la costituzione del comitato, è iniziata anche la raccolta firme . "Siamo preoccupati, principalmente per le conseguenze alla salute pubblica – afferma il comitato – in quanto l’installazione sarà fonte di nuove e continue emissioni di onde elettromagnetiche. Non vogliamo essere complici di questo scempio!". Così il gruppo, puntando sia sulle vicinanze di una villa storica (vincolo "bypassato" però dalla controparte facendo passare l’antenna da costruire come un bisogno primario dei cittadini) sia sull’impatto ambientale e sulla salute, sta portando avanti un’azione legale. Hanno dato l’incarico all’avvocato Gianfranco Borgani. Anche lo stesso Comune di Belforte ha deciso di fare ricorso; così i ricorsi sono stati accorpati. L’udienza è stata fissata per marzo 2025. La raccolta fondi per sostenere l’azione legale è ancora aperta (info su salviamobelforte@libero.it o pagina Fb "Salviamo Belforte"). Se non fosse che i giorni scorsi la società ha aperto il cantiere, senza aspettare la sentenza: fatto lecito, avendo il titolo unico rilasciato dal Suap, ma che ha suscitato la forte reazione del comitato. "Dal parco di quartiere San Giorgio – conclude Passarini – ci siamo diretti a piedi (circa 500 metri) all’area del cantiere per manifestare ancora una volta la nostra contrarietà. Eravamo tanti. Non ci fermeremo".

Lucia Gentili