di Giuliano Forani
Campagna elettorale per Mangialardi governatore, centrosinistra, a Civitanova, Varco sul mare. Sul piazzale, 500-600 persone, molti i giovani. Un buon numero per un evento di politica che la piazza ha da tempo dimenticato. Introduzione di Giobbe Covatta e del giornalista Maurizio Blasi. Istrionico Covatta, che ha in modo serio ironizzato su tutto, ammonendo che "l’Italia non è un Paese fascista, ma dove di fascisti sono tanti e troppi". Veleno anche per Grillo: "Il comico fa ridere, non fa domande e non dà risposte; chi ci ha provato a darle (Grillo, senza citarlo, ndr) è stato devastante". Poi l’ invito a votare Mangialardi e ad ignorare i sondaggi, un refrain, questo, di tutti gli interventi successivi.
Maurizio Blasi ha sintetizzato a braccio il suo messaggio "antifascista" rievocando la figura di Lauro De Bosis, scrittore, poeta, cattolico di destra, progressista e antifascista, ricco di famiglia. "Poteva fare il signore – ha detto –, ma ha preferito lottare per i suoi ideali e morire a trent’anni dopo una transvolata su aereo traballante per diffondere 400mila volantini inneggianti i valori di libertà". Quindi Mangialardi e poi Bonaccini, due trascinatori, veri animali da palcoscenico. Mangialardi ha sintetizzato i tre punti focali del suo programma, in opposizione a chi "di programmi non ne ha mai fatti". I punti sono le infrastrutture, la sanità e la semplificazione. "Ho girato le nostre province – dice – e ho visto dal vivo l’urgenza di realizzare infrastrutture per favorire lo sviluppo di un territorio che non è solo la costa, ma comprende anche collina e montagna in un unicum dove si possa costruire un turismo a pettine che valorizzi il mare ma anche storia, arte e paesaggio". Fra le infrastrutture, Mangialardi cita in modo sommesso anche l’arretramento della ferrovia adriatica. "Perché no?", si è chiesto. Altro punctum dolens la sanità. "Riapriremo alcuni ospedali e valorizzeremo la sanità pubblica sul territorio. Non costruiremo ospedali unici ma nuovi, e qualcuno si tolga dalla testa che si possano riaprire tutte le strutture chiuse". A dar forza alle sue convinzioni, "i 209 miliardi che l’Europa riversa sull’Italia, un vero Piano Marshal che Lega e Fratelli d’Italia hanno cercato di ostacolare". In chiusura, l’endorsement su se stesso. "Votare Mangialardi vuol dire votare per questi obiettivi! Votare Roberto Mancini (candidato governatore di Dipende da noi, ndr) e il M5S vuol dire far vincere la destra".
Bonaccini infine esorta i presenti all’impegno per recuperare i voti di chi si è allontanato dal centrosinistra o non lo ha mai votato. E sulla base dell’esperienza personale, invita ad ignorare i sondaggi. "In Emilia e Romagna mi davano sotto di 7 punti alla vigilia del voto e invece sono risultato sopra di 8, grazie al lavoro di chi ha capito che il Paese si governa con la collaborazione di tutti, che i valori della sinistra son quelli di stare vicino alla gente e non scambiare una scelta sbagliata per un sistema sbagliato".