
Le indagini sono nelle mani della polizia (. foto d’archivio
Risse, danni, inseguimenti e urla, anche macchie di sangue sui muri di piazza San Martin. Caos per tre ore l’altra notte, fino all’alba, mentre pattuglie di polizia e carabinieri cercavano di riportare ordine in una notte da incubo, l’ennesima nella zona del Donoma. Ad un certo punto è anche circolata l’ipotesi che nel gruppo, una decina di giovani, che ha dato vita alla rissa ci fosse qualcuno armato di pistola, fatto smentito dalla Questura. All’alba la chiamata al 113 per una rissa scoppiata all’esterno della discoteca, mentre era in corso la chiusura del locale al termine della serata infrasettimanale. Lo scontro si allarga e arriva a coinvolgere una decina di giovani. Accorrono pattuglie del commissariato e dei carabinieri che riescono a fare alcune identificazioni e nel corso dell’intervento emerge che uno dei soggetti coinvolti, e scappato via nel frattempo, fosse in possesso di una pistola. Da lì il via alle ricerche, che si sono concluse poco dopo nei pressi della stazione ferroviaria dove le forze dell’ordine arrivano in seguito ad un’altra segnalazione di lite e individuano due nordafricani, perquisiti, ma dell’arma nessuna traccia.
Secondo quanto ricostruito nel corso della notte dagli agenti, la presenza della pistola non ha trovato riscontro mentre, per i fatti davanti al Donoma, sono in corso accertamenti per segnalare alla Procura i soggetti coinvolti per il reato di rissa e l’eventuale adozione nei loro confronti di misure amministrative da parte della Divisione Polizia Anticrimine della Questura. "Sono state ore di inferno, con risse, specchietti delle macchine rotti, cassonetti rovesciati, sangue sul marciapiede e sui muri, gente che si picchiava e scappava urlando. Per tre ore è andato avanti questo caos, con gente in bicicletta che spacciava sotto le nostre finestre". E’ il racconto dei residenti, ormai disillusi rispetto alla possibilità che questo andazzo venga interrotto. "Quanto fatto finora - dicono - e considerando anche l’impegno di polizia e carabinieri, non basta. Per noi non cambia nulla e non ci sono più parole per descrivere l’esasperazione. I tavoli sulla sicurezza non servono, ci vogliono misure drastiche".
Lorena Cellini