Alberi caduti e incuria lungo la pista ciclabile

Lamentele dagli amanti delle due ruote: il percorso finanziato dalla Regione oggi non può essere usato in sicurezza

Alberi caduti e incuria lungo la pista ciclabile

Alberi caduti e incuria lungo la pista ciclabile

Rappresenta forse uno dei simboli maggiori del mal utilizzo dei soldi pubblici la pista ciclabile che dovrebbe collegare Recanati, Porto Recanati e Montelupone: infatti il percorso ciclabile non si presenta come dovrebbe, visti i tanti soldi spesi finora. In questa stagione, dove il cicloturismo è al massimo, la pista, nella parte di competenza della cittadina leopardiana e di quella rivierasca "fa proprio schifo", come lamentano molte persone con la passione della pedalata fra il verde. "A salvarsi – commenta un recanatese che ama andare sulle due ruote – è solo la parte che ricade nel territorio di Montelupone. Invece vicino al serbatoio dell’Astea, a Chiarino, a distanza di 200 metri mi sono imbattuto in questi giorni in tre alberi caduti in mezzo alla pista: uno dei tronchi si trovava proprio dietro a una curva, un pericolo per chi percorre la pista con la bici".

Eppure nel febbraio scorso l’ex sindaco Bravi aveva annunciato che erano in corso, da parte del Genio civile, i lavori di sistemazione del corso del fiume Potenzanel tratto in territorio di Recanati, e di ripristino del percorso della pista ciclabile dopo i danni causati dagli eventi atmosferici dell’anno precedente. Ma ora già siamo di nuovo al punto di partenza.

Per la realizzazione della pista l’iter è iniziato a marzo 2020, quando la Regione mise a disposizione del Comune leopardiano 650mila euro per un percorso ciclabile di 23 chilometri da Porto Recanati, lungo contrada Chiarino, sino a San Firmano di Montelupone. Più di un anno dopo, giugno 2021, viene approvato il progetto esecutivo, redatto dall’architetto Omar Pasquinelli, e a luglio la ditta recanatese Bartolini inizia i lavori. Dopo sei mesi arriva una prima modifica al progetto per "lavori imprevisti e imprevedibili di realizzazione di nuovi canali di scolo (zona pozzi Astea) e della cordonata canale di scolo (canale località Chiarino). Passano due mesi e arriva la necessità di una manutenzione straordinaria per gli attraversamenti ciclo pedonali. Poi gli eccezionali eventi meteorologici causano gravi danni a diversi tratti della sponda del Potenza e provocano la frana di un tratto della ciclovia appena realizzata. Oggi è in gran parte non percorribile, se non con grande maestria e sprezzo del pericolo, e da un punto di vista sociale la pista, mai presidiata, è diventata una comoda autostrada per ogni tipo di attività illegale.

ast. t.