REDAZIONE MACERATA

Aggressione al pronto soccorso di Macerata: Cisl chiede maggiore sicurezza

La Cisl denuncia le aggressioni al pronto soccorso di Macerata e sollecita misure di sicurezza più efficaci.

La Cisl denuncia le aggressioni al pronto soccorso di Macerata e sollecita misure di sicurezza più efficaci.

La Cisl denuncia le aggressioni al pronto soccorso di Macerata e sollecita misure di sicurezza più efficaci.

"Massima solidarietà alle vittime e sdegno per quanto accaduto". Queste le parole di Paola Ticani, della Funzione Pubblica Cisl Marche, in relazione all’aggressione degli infermieri e della guardia giurata al pronto soccorso dell’ospedale di Macerata. "Questa – prosegue – è solo l’ultima di una serie preoccupante di vili aggressioni, che mostra come alcuni ambiti della sanità pubblica, in particolare i pronto soccorso, siano diventati luoghi di lavoro pericolosi. Bene le nuove norme varate dal Governo, ma chiediamo interventi fattivi e concreti alla Regione e alla direzione dell’Ast, iniziando con una postazione permanente di security al pronto soccorso".

Secondo la Cisl, accanto alla repressione di ogni forma di violenza verbale e fisica, è necessario coprire le carenze di organico spesso alla base di lunghe attese che rischiano di esasperare gli utenti. "Preoccupa una certa assuefazione dell’opinione pubblica di fronte a episodi come questo – evidenzia Ticani (foto) – quasi si tratti di situazioni ineludibili. I comporamenti violenti e offensivi contro gli operatori sanitari sono inaccettabili e di una gravità estrema. È insopportabile che l’area dell’emergenza-urgenza degli ospedali dell’Ast di Macerata diventi "zona franca", dove tutti possono accedere senza adeguati controlli. Il degrado e l’inciviltà sono in preoccupante aumento, come la rabbia e la violenza scatenate e indotte dall’uso di alcool e droghe".

La Cisl, però, sottolinea anche i continui tagli alle risorse di cui la sanità marchigiana è stata vittima, insieme a quelli del comparto sicurezza, che hanno lasciato medici, infermieri, operatori socio-sanitari, soprattutto nei pronto soccorso, senza le sufficienti garanzie di poter operare nella piena incolumità personale. "Nel rinnovare agli infermieri, agli Oss e all’agente della security la nostra solidarietà – conclude la Ticani – chiediamo all’Ast di adoperarsi con ogni mezzo possibile per ottenere un presidio fisso di polizia nei pronto soccorso. Sollecitiamo la direttrice sanitaria, Daniela Corsi, a convocare un incontro con le organizzazioni sindacali, alla presenza del responsabile della prevenzione e sicurezza aziendale, per un confronto sui percorsi e protocolli esistenti (se esistono) per evitare che il personale dei pronto soccorso si trovi da solo a dover fronteggiare utenti esagitati e violenti".