Aveva aggredito la moglie con il manico di un martello e aveva minacciato di ucciderla, tagliandole la gola. Lei si era chiusa a chiave in una stanza e si era calata dalla finestra per fuggire alla furia del marito. Per questo episodio, ieri mattina ha patteggiato due anni di reclusione (con pena sospesa) un pescatore tunisino, da anni in Italia, difeso dall’avvocato Domenico Biasco. L’uomo era stato accusato in un primo momento di tentato omicidio, reato poi derubricato in quello meno grave di lesioni aggravate, sulla base delle indagini difensive presentate ieri in tribunale, e di maltrattamenti. Il tunisino è tornato libero, ma dovrà svolgere un percorso terapeutico per uomini che maltrattano le donne.
L’episodio più grave era avvenuto il 25 luglio scorso, verso le 3 di notte, quando il tunisino, secondo l’accusa sostenuta ieri in aula dal pubblico ministero Stefania Ciccioli, dopo aver bevuto troppo, aveva colpito la moglie, sua connazionale e mamma dei suoi bambini, con un mestolo e un martello in varie parti del corpo. Poi, brandendo in mano un coltello da cucina con una lama di circa venti centimetri, aveva inseguito la donna per la casa, minacciandola di volerle tagliare la gola.
La donna, terrorizzata, era riuscita a chiudersi a chiave in una stanza e si era calata dalla finestra, prima che il marito sfondasse la porta. In casa c’erano anche i figli della coppia. Sotto choc, scalza, la donna era stata rintracciata in centro dagli agenti del commissariato di polizia e dal personale medico e sanitario del 118, a qualche centinaio di metri dalla sua abitazione. Ai poliziotti aveva riferito quanto accaduto poco prima e loro si erano immediatamente recati nell’appartamento, trovando il tunisino ancora lì e arrestandolo.
La donna sarebbe stata vittima di maltrattamenti in casa da molti anni, dal 2011 fino a quest’ultimo terribile episodio: percosse, fatte anche con oggetti, ingiurie e minacce continue.
Ieri mattina in tribunale per il pescatore si è tenuta l’udienza preliminare davanti al giudice Giovanni Manzoni. La difesa si è battuta per raccogliere elementi ed ottenere che il reato di tentato omicidio venisse modificato in quello di lesioni aggravate. Questa lettura della vicenda è stata condivisa in tribunale, e ieri con il patteggiamento si è chiuso il processo.
Chiara Marinelli