REDAZIONE MACERATA

Addio a Raffaele Giannotta. Figura legata al ventennio fascista

Si è spento a 98 anni Raffaele Giannotta (nella foto), figura legata al ventennio fascista e alla storia del Movimento...

Si è spento a 98 anni Raffaele Giannotta (nella foto), figura legata al ventennio fascista e alla storia del Movimento...

Si è spento a 98 anni Raffaele Giannotta (nella foto), figura legata al ventennio fascista e alla storia del Movimento...

Si è spento a 98 anni Raffaele Giannotta (nella foto), figura legata al ventennio fascista e alla storia del Movimento Sociale Italiano. I funerali si terranno oggi alle ore 15 presso la chiesa di San Donato a Montefano, dove Nato a Faicchio, in provincia di Benevento, il 23 maggio 1926, si trasferì successivamente a Roma, dove lavorò al Ministero degli Interni e, in seguito, all’Inpdap come custode. Nel 1939 si stabilì a Montefano e, quattro anni dopo, sposò Rosalba Marchi, dalla quale ebbe due figli. Giannotta è stato un fervente custode della memoria storica legata al fascismo e al dopoguerra. Nella sua abitazione aveva creato una sorta di museo personale, dedicando un’intera stanza a documenti e cimeli del ventennio mussoliniano e del periodo successivo. Tra gli oggetti raccolti spiccavano le testimonianze sulla figura di Guido Pallotta, un giovane di Montefano morto in Africa durante la Seconda Guerra Mondiale, compiendo un atto estremo di sacrificio. Giannotta ha rivendicato fino all’ultimo la propria fede politica e il diritto di esprimerla. Aveva lasciato precise disposizioni per il proprio funerale, chiedendo che sul manifesto funebre fossero raffigurati l’aquila e il fascio littorio. "Nessuno me lo può impedire", diceva. Dopo la caduta del fascismo, fu tra i promotori dell’apertura della prima sede del Movimento Sociale Italiano a Roma, in via della Scrofa, e conservava ancora le ricevute dei fondi raccolti per quell’iniziativa. Tuttavia, sottolineava sempre di aver vissuto una vita onesta: "Non ho mai ammazzato nessuno, non sono mai stato in tribunale, non sono mai stato condannato". Raffaele Giannotta lascia dietro di sé una memoria complessa e divisiva, ma anche il ritratto di una persona che ha vissuto con coerenza le proprie convinzioni, custode di un pezzo di storia italiana.

Asterio Tubaldi