Abusi sessuali sulla nipotina, imprenditore condannato a sette anni

La Cassazione ha confermato la sentenza d’Appello. Tutto era iniziato con regali frequenti alla bimba

Abusi sessuali dalla zio orco: condannato imprenditore

A sinistra, l’avvocato Luciano Pacioni che ha assistito la famiglia della vittima L’imputato ha sempre negato le accuse mosse nei suoi confronti

Macerata, 28 ottobre 2024 – Accusato di aver abusato della nipotina da quando lei aveva solo 9 anni, è stato condannato in via definitiva un piccolo imprenditore 60enne. Ora dovrà scontare sette anni di reclusione per quei fatti, commessi in un paese vicino Macerata fino al 2015. L’uomo si è sempre dichiarato innocente.

L’uomo frequentava spesso casa di sua cugina, e così aveva legato in modo particolare con la figlia di lei, una bambina con una lieve disabilità intellettiva. Lo zio le faceva volentieri dei regali, anche piuttosto costosi. Quando però le aveva comprato prima un tablet e poi un cellulare, i genitori della bambina avevano iniziato a insospettirsi. Avevano fatto qualche controllo, e così avevano trovato una chat su Facebook, nella quale uno sconosciuto dialogava con la ragazzina e le chiedeva di inviare foto strane.

Molto allarmati, avevano approfondito e avevano scoperto una cosa al di là dei peggiori sospetti: a dialogare tramite il social network in quel modo con la ragazzina era proprio lo zio. A quel punto la giovane era crollata ammettendo cosa sarebbe accaduto con il cugino della madre. L’imprenditore però aveva subito negato tutto, era andato a casa dei genitori assicurando che lei aveva inventato tutto e facendo delle scenate per proclamarsi innocente. Ma la famiglia non lo aveva creduto e, assistita dall’avvocato Luciano Pacioni, lo aveva denunciato. Dalle indagini era emerso che che gli abusi erano iniziati quando la piccola aveva appena 9 anni.

Finito sotto processo, il 60enne ha ribadito che erano solo invenzioni: lui aveva prestato dei soldi alla cugina, lei non glieli aveva mai restituiti e ora voleva incastrarlo, per evitare di saldare il suo debito. Gli abusi, ha assicurato, erano solo un’invenzione della famiglia. Ma in primo grado a Macerata i giudici lo avevano condannato a sette anni di reclusione.

La sentenza è stata confermata anche in Appello e poi, nei giorni scorsi, dalla Cassazione. A questo punto, l’uomo dovrà scontarla in carcere. L’imputato, difeso dall’avvocato Emiliano Carnevali e in Cassazione dall’avvocato Francesca Palma, ha già patteggiato la pena per l’accusa di aver scaricato materiale pedo-pornografico da internet, per un episodio avvenuto nel 2006.