
L’amarezza dei residenti in processione al cantiere. Una palazzina a sei piani sorgerà. al posto dell’edificio attuale.
Il parco della villa Paolini non c’è più. I maestosi pini marittimi e le altre piante, per decenni polmone verde del quartiere sud, abbattuti in nome del Piano casa. Ieri mattina, mentre i tronchi venivano giù, processione di residenti davanti a quello che in tanti hanno definito "inaccettabile scempio". L’abbattimento degli alberi è stato vissuto come un lutto dai residenti della zona. Il parco è stato sacrificato a un progetto legato al Piano casa: al posto della villa di due piani sarà costruito un edifico di sei.
Uno dei cantieri aperti in città da una politica urbanistica che sta liberando una quantità enorme di volumetria, in qualche caso raddoppiata rispetto a quella degli edifici preesistenti e demoliti. E l’applicazione del Piano Casa, con aumenti di cubatura andati ben oltre il 40% consentito dalla legge, è al centro di iniziative legali di privati cittadini. Una di queste riguarda proprio il progetto legato all’ex villa Paolini, oggetto del ricorso al Tar presentato dall’avvocato Cinzia Mennoia.
Sono due le azioni giudiziarie che ha promosso per bloccare i lavori di costruzione di questo palazzo, all’angolo tra via Vodice e viale Vittorio Veneto, e di quello all’angolo con via Pasubio, al posto dell’ex villa Cingolani. Ha ipotizzato irregolarità nel rilascio dei permessi a costruire da parte del Comune, basando i ricorsi sul mancato rispetto delle distanze legali e sull’inosservanza delle norme in materia di volumetrie, altezze e densità edilizia.
Contro questi cantieri, contro la proposta di demolire il Polisportivo per fare spazio a residenze e negozi e contro la variante urbanistica che trasforma in appartamenti l’istituto Stella Maris, domenica prossima flash mob di cittadini in via Vela, e sono in corso raccolte di firme.