REDAZIONE MACERATA

A processo per sfruttamento di clandestini. Assoluzione per il titolare di un autolavaggio

L'imprenditore egiziano accusato di sfruttamento di clandestini e violazioni della sicurezza sul lavoro è stato assolto per la tenuità del fatto. Le irregolarità sono state sanate e il dipendente clandestino aveva un titolo per essere in Italia.

Era stato accusato di aver sfruttato i clandestini come manovalanza, e di aver ignorato parecchie norme in materia di sicurezza sul lavoro, ma ieri è stato assolto l’egiziano Soliman Mohamed Samir Shebl Abdel, 29enne residente a Rieti titolare di un autolavaggio a Piediripa. All’epoca dei fatti nell’estate del 2020, i carabinieri decisero di controllare l’attività. Venne fuori che alcuni dipendenti dormivano nell’autolavaggio, uno era clandestino, poi mancavano il medico competente per la sicurezza, la formazione, i dispositivi di protezione per i lavoratori, le misure antincendio, gli estintori e i segnali antinfortunistici, e infine il documento di valutazione dei rischi. Così l’autolavaggio era stato chiuso, come già avvenuto con gli altri in città, a Tolentino e Civitanova, dove pure erano state rilevate parecchie violazioni anche in merito ai turni di lavoro e alle retribuzioni dei dipendenti.

Nel corso del processo per l’impianto di Pieridipa, l’imputato, difeso dagli avvocati Antonella Di Leo e Ivan Gori, ha dimostrato che al dipendente clandestino in realtà era stato riconosciuto il diritto alla protezione umanitaria, dunque aveva un titolo per essere in Italia; quanto alle varie irregolarità in materia di sicurezza, erano state tutte via via sanate dall’imprenditore egiziano tanto che l’autolavaggio è stato dissequestrato già da tempo. Alla fine dunque, come chiesto anche dal pubblico ministero Emanuela Bruno, il giudice Roberto Evangelisti ha assolto l’imputato per la tenuità del fatto.

p. p.