LUCIA GENTILI
Cronaca

A casa dopo otto anni: "Viviamo in un cantiere"

Luciano Antonini e la moglie Cinzia sono tornati in centro storico a Camerino

A casa dopo otto anni: "Viviamo in un cantiere"

Luciano Antonini e la moglie Cinzia all’ingresso della loro casa in centro storico a Camerino (Calavita)

"Viviamo in un cantiere. Non ci aspettiamo un trattamento di favore. Ma una maggiore attenzione alla viabilità e ai servizi, per un ritorno verso la normalità". A parlare è Luciano Antonini, ingegnere e dirigente d’azienda in pensione, nonché presidente dell’associazione "Concentrico" di Camerino. Lui e sua moglie Cinzia da qualche mese – dopo otto anni – sono rientrati a casa in via Costanza Varano, in centro storico. Con il terremoto la struttura aveva riportato danni lievi, ma, trovandosi in zona rossa, non poteva essere abitata. Nei piani superiori ci sono tre studenti e due operai di imprese edili.

"Siamo sulle mura cittadine, esposizione a levante, uno dei panorami più belli", dice orgoglioso Antonini. È vissuto sempre qui; e qui viveva sua madre durante la guerra. "Ora la città varia di giorno in giorno, è dinamica, non è un monolite: ormai in centro circolano le auto, c’è una decina di gru, ogni giorno vi gravitano circa 450 persone – prosegue –, tra rettorato, studentato, caserma dei carabinieri. Il rettorato Unicam ha contribuito a riportare persone in centro". Oltre ai 120 giovani del residence "Next Generation" (Collegio Bongiovanni). E a "Noè Errante Wine & Food", l’unico esercizio di ristorazione nel cuore della città dopo il sisma.

Antonini, al timone di Concentrico, lancia alcune proposte. "In questi anni sono stati presentati alla cittadinanza diversi Piani di ricostruzione, firmati prima da Cucinella, poi da Karrer e da ultimo, a fine luglio, sono stati illustrati gli indirizzi strategici del prof. Ciorra – dichiara Antonini –. C’era un mese per presentare le osservazioni sul documento e l’abbiamo fatto. Adesso vorremmo sapere però come intende procedere l’amministrazione comunale. Speriamo convochi quanto prima un incontro pubblico". L’ingegnere si dice favorevole, ad esempio, a rendere la zona di via Pieragostini una "cittadella delle arti". "Ma l’idea andrebbe ampliata e resa più incisiva – aggiunge –. Quest’area ("Muralto"), prima del terremoto del ‘97, ogni mattina era il centro della vita cittadina, tra la scuola Betti, l’ospedale, il Palazzo della musica (prima istituto tecnico), il liceo. Era la più frequentata. Potrebbe diventare il punto di partenza per la città del futuro, per il suo rilancio socio-economico, con un auditorium, un centro congressi...". I lavori al vicino hotel I Duchi stanno per partire. "È necessario riportare persone e ricostruire l’economia, a partire dal settore terziario, dal commercio, oggi senza ricambio – prosegue Antonini –. Unicam ha tenuto in piedi la città. E se riuscissimo a trattenere anche solo l’1 per cento dei circa 600 laureati che escono da Unicam ogni anno, con un’idea imprenditoriale, sarebbe tanto".

"Servirebbe poi un maggior coordinamento tra unioni montane affinché si agisca in maniera compatta sul territorio". Non per campanili. L’ingegnere, al terzo anno di Geologia a Unicam, dice infine di aver dato disponibilità a titolo gratuito all’ufficio sisma. "Ho provato a dare una mano – conclude – ma non ho avuto risposta".