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Stefano Bollani sul palco dello Sferisterio Macerata: "Ecco il mio Jesus Christ Superstar"

Oggi la versione per pianoforte del musical capolavoro: "È una storia d’amore tra l’opera rock e me"

Stefano Bollani al pianoforte (foto Valentina Cenni)

Stefano Bollani al pianoforte (foto Valentina Cenni)

Macerata, 30 luglio 2021 - "Ho scelto la forma del pianoforte solo perché la storia d’amore è tra l’opera rock e me. E una storia d’amore cresce in bellezza se resta intima". Ora questa storia d’amore Stefano Bollani ha deciso di condividerla con tutti i suoi fan e gli appassionati di musica che questa sera, alle 21 allo Sferisterio, potranno assistere a uno spettacolo unico proposto dal Macerata Opera Festival, "Piano variations on Jesus Christ Superstar", una versione totalmente inedita e interamente strumentale per pianoforte del capolavoro di Andrew LIoyd Webber & Tim Rice.

Che emozioni provò la prima volta che vide Jesus Christ Superstar? "Avevo solo 15 anni e fu un’emozione enorme. La prima volta vidi Jesus Christ Superstar in tv e subito pensai che fosse un’idea straordinaria, poi vedere Gesù o Erode che cantavano è stato illuminante. Così dal film sono risalito a LIoyd Webber e ho scoperto che scrisse tutto quello che mi aveva appassionato a soli 22 anni. Negli anni mi è venuta voglia di suonare quest’opera da solo, senza cori o protagonisti e così sono nati disco e concerti".

Come si è avvicinato a un’opera così complessa? "Studiando i pezzi. Ho sempre cantato quei pezzi, da solo, nelle serate con gli amici e una volta ho chiesto anche di fare parte del coro pur di salire sul palco di un musical del genere, ma non avevo mai studiato gli spartiti. Così sono andato a comprare il librone con tutti gli spartiti e ho cominciato a studiarli".

Che concerto sarà quello di stasera? "Non sarà una trascrizione intera per pianoforte solista, ma un concerto immersivo in cui manterrò la stessa struttura del film. Il pubblico potrà seguire l’ordine delle canzoni e sarò anche io a raccontare la vicenda".

Il suo album è uscito l’anno scorso, a 50 anni dalla pubblicazione dell’album originale. Un personale omaggio? "Veramente me ne sono accorto dopo che nel 2020 si sarebbe celebrato il 50esimo anniversario dalla pubblicazione. Ma quando ho cominciato a registrare non ci ho pensato, anche perché l’avvio del mio lavoro è stata un’illuminazione arrivata mentre ero sdraiato su un’amaca. Volevo suonare musiche che amavo, ma con il mio stile, per cui ho chiesto il permesso a Webber e quando mi ha dato l’ok è stata un’emozione".

Nel pomeriggio proverà nel silenzio dello Sferisterio? "Di solito no, mi piace salire sul palco e rimanere a bocca aperta". Biglietti disponibili alla biglietteria dello Sferisterio, in piazza Mazzini.