Macerata, 9 aprile 2024 – “Il vento è favorevole per il viaggio intrapreso con il Macerata Opera Festival". Il nuovo direttore artistico Paolo Gavazzeni guarda al 19 luglio, fra cento giorni, quando con Turandot si aprirà la stagione di spettacoli lirici all’arena. "Sono tre titoli popolari (Turandot, Norma e La Boheme), ho buoni cast, sulla carta tutto funziona, anche se – aggiunge – non c’è certezza fino a quando non si apre il sipario. Sento però attorno un’atmosfera positiva che mi infonde speranza e coraggio".
Gavazzeni, qual è il compito di un direttore artistico in questi giorni di attesa della prima?
"È un periodo di grande impegno, perché il mio compito non si è affatto esaurito individuando i cantanti per i vari ruoli e i registi delle due nuove produzioni (Norma e Turandot), ma seguo il lavoro perché il progetto ora sulla carta possa vivere sul palco".
È un direttore artistico interventista?
"Credo in questa figura e sono al fianco dei registi e del direttore degli allestimenti per la loro realizzazione. Si tratta di verificare i preventivi per scene e costumi con il budget a disposizione, magari ci sono alcune cose da rivedere, da aggiustare o da tagliare. C’è un confronto costante con il team artistico. Poi c’è da far convivere le prove, gli spettacoli".
Come sta procedendo la vendita dei biglietti?
"Bene, siamo sul trend del 2018-2019 e ciò ci fa ben sperare di arrivare a luglio con 15 serate con tanta gente. Il mio sogno è poter attaccare sulla locandina la pecetta sold out".
Per lo Sferisterio il botteghino ha un’enorme importanza per la stabilità dei conti, si sente anche un po’ un ragioniere? Le sue scelte possono essere condizionate dalla necessità di allestire opere note per avere più gente.
"Ritengo che sia giusto coniugare le proprie idee artistiche con il luogo dove si lavora. Ogni luogo deve tenere conto delle proprie caratteristiche, che non sono solo acustiche, abbiamo un teatro di 2.500 posti, c’è da dare una proposta che deve essere godibile per un vasto pubblico e la scelta va calibrata".
Non può essere un limite proporre sempre gli stessi titoli?
"Non lo vivo come tale, ma se, per esempio, dovessi lavorare qui per 10 anni si potrebbero trovare i titoli giusti, ma per capirlo devo conoscere il pubblico e capire quanto si possa osare. Occorre trovare il titolo e la produzione ideali, preparare il pubblico, il territorio. Ogni titolo deve produrre un fatturato e non c’è da correre il rischio che alcune proposte non possano essere capite e quindi disertate. Ecco, il lavoro di un direttore artistico è quello di conoscenza e di analisi per non fare il passo più lungo della gamba".
Qual è l’opera più richiesta?
"Per il momento Turandot, ma la sorpresa è che c’è Norma al secondo posto e non La Boheme, anche se la differenza è di qualche centinaio di biglietti".
Come si vive l’esperienza di direttore artistico dello Sferisterio dopo avere lavorato al top con la Scala e a Verona?
"Non ho toccato il massimo, ho fatto esperienza in due teatri importanti e quel bagaglio di conoscenze, esperienze lo riverso in ogni occasione. E poi Macerata è un altro luogo di eccellenza tra i teatri all’aperto. Ogni posto è importante quando trovi entusiasmo, serietà e professionalità in ciò che si fa".
Passeggiando per Macerata qual è la sensazione che percepisce verso il suo lavoro e la stagione lirica?
"Sento molta partecipazione, tanta attesa, forse anche ottimismo. Io sono contento perché ho fatto ciò che avevo in mente e c’è una bella atmosfera di lavoro. Percepisco molta partecipazione da chi mi ferma per strada, dai complimenti ricevuti per avere letto qualcosa. Questa partecipazione è importante, preferisco le critiche all’apatia".
Ha ricevuto critiche?
"Al momento nessuna".
La Notte dell’opera sarà rifatta?
"Non ci sarà, ma il 21 giugno ci sarà la festa della musica assieme a Musicultura. Sarà un grande appuntamento per la città, per le piazze, nelle chiese".
Come si svilupperà considerando che il 21 giugno c’è la prima di Musicultura?
"Inizierà alle 11 e poi ci sarà la serata allo Sferisterio".
La Notte dell’opera creava movimento in città e rappresentava un’occasione per i commercianti.
"Incontrerò i commercianti per capire i benefici della manifestazione sul piano economico, culturale, di pulizia della città. Il mio compito riguarda il Mof, la nostra vocazione è fare spettacolo, ma non dimentico le esigenze dei commercianti che potrebbero sfruttare il pre opera".