Più medici di famiglia, così si svuotano gli ospedali

Dovrebbe essere un problema serio, nel vero senso della parola, e, invece, è, troppo spesso, solo strumento di polemiche e lotte politiche. Fino a qualche giorno fa si lamentava la mancanza di medici: molti paesi e quartieri non avevano medici di famiglia e nei Pronto soccorso lo scarso personale medico era costretto al super lavoro. Con i prossimi pensionamenti la situazione si sarebbe fatta drammatica ancor più. Abolito il numero chiuso improvvisamente la scarsità diventerà sovrabbondanza e si creerà un esercito di disoccupati. Non se ne azzecca una e intanto i pazienti soffrono. Ci sarà tempo e modo di tarare la misura. . C’è persino chi si lamenta dei test di cultura generale, come se intervenire sul corpo di un essere umano sia un mestiere molto simile a quello di un meccanico che tratta oggetti e non persone. Si moltiplicano lamentele ed accuse e la richiesta è sempre una sola: soldi, soldi, soldi. Quasi non fosse necessario porre mano a misure organizzative come richiede saggiamente il presidente dell’ISS prof. Bellantone in una apprezzabilissima intervista. E poi, per concludere, se i medici di famiglia fossero più numerosi forse i malati potrebbero essere curati a casa come sarebbe preferibile con minor fabbisogno di risorse economiche e sollievo per una persona già sofferente. Il rafforzamento della medicina di base è il vero “svuota ospedali”, altro che CAU e case della salute, novelli centri di assistenzialismo, clientele e burocrazia.

Enrico Venturoli