Nubifragi, la colpa delle nanoparticelle dell'attività umana

Sembra superficiale attribuire la crescente intensità parossistica dei fenomeni di precipitazione con la sola motivazione dell'energia da riscaldamento. Sappiamo da sempre che il grande volume di gocce d'acqua che stanno cadendo è dovuto al soprannumero di nanoparticelle presenti in atmosfera, dovute all'attività umana, che fungono da catalizzatori per la condensazione dell'umidità relativa dell'aria, creando appunto in caso di saturazione completa un numero di gocce di pioggia mai viste. Per chi non se ne fosse ancora accorto, le polveri fini antropiche sono le responsabili della foschia permanente che già da anni ci impedisce la visione limpida di un paesaggio lontano. Perché si tace su un ragionamento così elementare?

Paolo Bedeschi