Un esponente del “FIMMG” se ne esce con questa affermazione: “…bastava impegnarsi perché un medico di base vedesse mezzo paziente in più al giorno” a proposito della crisi del Servizio sanitario e della disputa sull’utilità delle Case della salute. Sembra infatti che questi centri non abbiano dato i risultati sperati in termini di sgravi delle ospedalizzazioni. La medicina di base, se non altro, ha il pregio di essere (relativamente) indipendente e non contaminata alle fondamenta. E la sua attività può considerarsi il vero filtro al pronto soccorso, insieme alle nuove iniziative che si stanno sviluppando nel settore delle farmacie. Ma la medicina del territorio, specie in provincia (dove non esistono altre figure di medico), risulta estremamente lacunosa nonostante, quando c’è, l’impegno dei professionisti e non serve ad evitare precipitose corse all’ospedale, specie per gli anziani e le altre persone in condizioni critiche. E le farmacie faticano a sviluppare le loro iniziative anche per il mancato riconoscimento economico delle loro prestazioni. Propongo di dotare tutti gli studi di medicina di base di defibrillatori e ed ecografi.
Enrico Venturoli