La pugile algerina demonizzata: non è un mostro

Sono amareggiato per l'assurda vicenda che ha visto come protagonista, suo malgrado, Imane Khelif. La pugile algerina ha dovuto subire una feroce "gogna mediatica", una inaudita montagna di cattiverie e di infamie, di tutto e di più: accuse, insinuazioni, falsità ed ingiurie oltremodo denigranti, calunnie, giudizi sprezzanti e via discorrendo, da parte non solo di persone comuni, aduse a "sfogarsi" sul web, sui vari social network, bensì pure di esponenti politici, giornalisti e addirittura ricchi e potenti imprenditori quali Elon Musk... Ebbene, l'unica "colpa" dell'atleta sarebbe quella di non esibire gradevoli sembianze femminili. Per tale motivo è stata dipinta come una sorta di "mostro" ed in tanti l'hanno vituperata e demonizzata. Non mi interessa se lei è "trans", "intersex", se è affetta dalla sindrome di Morris, da iperandrogenismo, oppure ermafroditismo, o come dir si voglia. La misura è colma! In tale vicenda, a mio modesto avviso, si è varcato ogni limite di decenza: tanti frequentatori del web hanno dimostrato scarsa sensibilità, una totale assenza di empatia, né di spirito critico. Intanto, la pugile italiana, Angela Carini, che si è arresa non appena ha ricevuto il primo pugno sul naso (e nella circostanza si è esibita in una patetica sceneggiata; sembra anche che non fosse neppure la prima volta: la pugile italiana risulta recidiva in simili atteggiamenti. Infine, io immagino che le potranno offrire anche un'eventuale candidatura in future tornate elettorali, politiche o amministrative... Ai posteri consegno la (non) ardua sentenza.

Lucio Garofalo