Israele e l'esempio di Arafat

Si avvicina la giornata del ricordo del 16 ottobre 1943 data del rastrellamento del ghetto ebraico di Roma. Furono deportati 2.091 ebrei. Era un sabato e gli abitanti dell’antico quartiere si apprestarono a festeggiare la festa del Sukkot, conosciuta come festa delle capanne o dei tabernacoli, che in Israele dura sette giorni. Da quella deportazione da parte di un reparto scelto tedesco delle SS tornarono come superstiti 101 persone: 73 uomini, 28 donne e nessun bambino. Ora vorrei sperare che per quel giorno che si avvicina lo stesso giorno non avvengano da qualche altra parte a Roma, ma anche in altre sedi, dimostrazioni di antisemitismo perché non solo lo Stato d’Israele è odiato da mezzo mondo per i problemi insorti l’anno scorso il 7 ottobre 2023 con un conflitto di cui è molto difficile vedere una fine, ma non si placheranno le proteste che sono antisemite in quanto non esiste uno Stato riconosciuto che è la Palestina. Sovrapponendosi due situazioni storiche differenti, una che riguardava il secondo conflitto mondiale ed una che è ciò che accade oggi in Medio Oriente, le proteste accelerano solo uno stato di confusione. Una parte del mondo non è capace o forse non vuole che esista una fetta normale di popolo palestinese che non ha nulla a che fare con gli Hezbollah. Chi vuole vivere e stare in pace in uno Stato non riconosciuto sono i musulmani libanesi, una piccola comunità di gente normale che non ha nulla a che fare con gli stessi connazionali libanesi, fondamentalisti islamici sciiti. Purtroppo Yasser Arafat non può essere resuscitato e non c’è nessun altro che come politico lo possa imitare, per come quell’uomo, seppe con molta diplomazia nel 1994 avere ricevuto dagli stessi israeliani, Shimon Peres ed Yitzhak Rabin addirittura il premio nobel per la pace, per l’opera di diplomazia compiuta per avere riappacificato le popolazioni dei territori occupati di Cisgiordania e della Striscia di Gaza e garantire al popolo palestinese il riconoscimento del diritto di uno Stato proprio. Gli anni purtroppo seguono gli eventi, ma i politici cambiano e purtroppo mutano gli interessi, alimentando odio, confusione persino nel grande Occidente democratico. Adalberto de’ Bartolomeis