Il silenzio che sostiene l'intolleranza

Sono preoccupato. Nonostante sia andato in scena l'inverosimile all'Università Statale di Milano e presso la sede romana di Pro Vita e Famiglia (studenti che irrompono in aula bestemmiando e spintonando gli astanti, esponenti di gruppi trans che chiudono con il silicone le serrande e la serratura di Pro Vita), nessuno dei politici di sinistra, tanto locali quanto nazionali, ha condannato l'accaduto. Non intendo varcare il confine regionale perché dovrei dedicare ore alla trattazione, quindi mi soffermo sul nostro micro-universo emiliano per biasimarne i silenzi. Che suonano più forti di un concerto rock. Questo è il sintomo di una patologia che si chiama mancata accettazione del dissenso, quindi il non dire nulla si tramuta in pericoloso sostegno all'intolleranza. Sto mettendo insieme le tessere di questo brutto puzzle: ne viene fuori un preoccupante squadrismo proprio da parte di chi si riempie la bocca di paroloni quali "diritti", "inclusività", "diversità". Abili funambolismi verbali per mascherare l'allergia al contraddittorio. Dobbiamo già sopportare un monopolio politico che dura da decenni, poi ci mettiamo anche questo: abbiate pietà!

Eugenio Marchetti