Cassette della posta in via di estinzione

Ho letto ‘Il colloquio’ di Beppe Boni in Carlino Bologna. La lettera della signora Riboldi sulla ‘disattivazione’, dal 10 novembre scorso, di cassette per imbucare la posta ha puntato il dito su una criticità che merita di ricevere evidenza anche maggiore, a vantaggio di tanti concittadini ancora ignari tra quelli che usano la posta tradizionale: qualcuno se ne sarà già accorto, probabilmente la maggior parte non ancora.

Vorrei evidenziare l’avviso su alcune cassette (via Mazzini, al civico. 47b - presso bar vicino a Piazza Trento e Trieste - e al civico 75b, presso tabaccheria e Chiesa Alemanni - che invita a servirsi di quelle valide fuori dall’Ufficio postale di via Emilia Levante o di via Pizzardi, che la modalità con cui la disattivazione è indicata è per lo meno ‘infelice’: avviso di formato ridotto, scritto in piccolo, applicato su cassette più o meno policrome a causa di altri adesivi di ogni genere, scritte abusive ecc.: lo si nota ben poco. Le due aperture (‘per la città’; ‘per tutte le altre destinazioni’) sono utilizzabili invece che sigillate, come sarebbe logico aspettarsi (in origine erano state chiuse con nastro adesivo, di cui in un caso si vede ancora traccia; il nastro però è stato ben presto e facilmente tolto da probabili utenti irritati: occorreva un modo ben più efficace e sicuro). Chi legge l’avviso e vede le aperture, infatti si chiede: l’avviso è o non è del tutto veritiero? È prevista una tolleranza temporanea per i ‘distratti’ che imbucheranno ugualmente? Sono andato all'ufficio di Emilia Levante e ogni volta, prima di imbucare, ho interpellato in merito addetti e ricevuto le seguenti risposte : a) “la cassetta fuori dall’ufficio postale funziona, ma meglio affidare direttamente allo sportello interno dedicato alle spedizioni la posta, adeguatamente affrancata”; b) “le cassette non funzionano più, la posta va comunque consegnata all’ufficio”; c) “le cassette, dove ci sono, funzionano”. Ho affidato la corrispondenza direttamente nell'ufficio.

Rinaldo Nicoli Aldini