REDAZIONE IMOLA

Zappi gioca il suo derby:

Le passioni di Gianni: "La Virtus è stata il mio liceo, l’Andrea Costa l’università

di Alessandro Gallo

I più giovani, probabilmente, non sanno nemmeno cosa sia un jukebox. La moda esplose negli anni Cinquanta negli Stati Uniti: una monetina nella fessura e via a qualsiasi brano musicale. Gianni Zappi, 76 anni, ha lo stesso fascino di un jukebox. Al posto di un suono e un marchingegno meccanico, ci sono l’uomo e le sue passioni. Basta dire a Gianni la parola derby per lasciarsi prendere da un flusso di ricordi straordinari.

Gianni, la sua storia dei canestri a Imola…

"Parte dalla Virtus Imola. Quando giocavo c’era, di fatto, solo quella società. O si giocava nella Virtus o nella Silvio Pellico, che era il club voluto da monsignor Rossi".

Poi che accadde?

"Un bel giorno, monsignor Rossi, disse che non c’erano più soldi, nemmeno per le maglie. Bisognava chiudere. Il testimone venne raccolto da Gianni Mita, che era di estrazione socialista, dal professor Bandini e da Rino Ramenghi. Da Guerrino Gentilini e, per l’aspetto tecnico, dal sottoscritto: così nacque l’Andrea Costa".

Cos’era, prima dell’Andrea Costa, la Virtus Imola?

"Si affrontava la Prima Serie che all’epoca era paragonabile alla A2. Si giocava all’aperto, nell’impianto della palestra Savonarola. Che tempi".

Cos’è la pallacanestro a Imola?

"Lo sport che, storicamente, attira le giovani leve. Ci sono anche il calcio e la pallamano, è vero, ma i canestri non sono mai venuti meno. Rappresentano il top e la continuità. Ricordo poi…".

Dica.

"C’era un grande torneo delle scuole, che valeva quanto e più di un campionato giovanile. C’erano intere scolaresche. In quell’occasione, io e quelli della mia generazione, ci siamo innamorati della pallacanestro. Un amore che non è mai venuto meno e che abbiamo trasmesso ai nostri figli, ai nostri nipoti".

Domani, il derby.

"Bello, bellissimo. Un evento carico di storia e di folklore, destinato a scatenare nuovo entusiasmo. Ci voleva anche se, personalmente, penso sempre che una società al top, di vertice, potrebbe essere ancora più importante".

Ma Gianni Zappi è più Virtus Imola o Andrea Costa?

"Scegliessi una rispetto all’altra, credo che finirei per fare un torto a entrambe. La Virtus Imola è la passione, la scuola media e il liceo. L’Andrea Costa, ripensando al mio percorso professionale, l’Università. Sono legato a entrambe".

E con entrambe ha vinto.

"Campionato di serie C con la Virtus Imola. Per la prima volta venni eletto allenatore dell’anno, grazie alla rivista I Giganti del Basket. Promozione dalla B alla A2 con l’Andrea Costa. E nuove emozioni".

Domani chi vince?

"L’Andrea Costa sicuramente ha lavorato molto bene. Penso che un giocatore come Alex Ranuzzi possa dare veramente tanto. La Virtus Imola ha costruito un gruppo futuribile. Sa che incontrerà delle difficoltà, ma c’è anche tanta consapevolezza".

Mauro, suo figlio, oggi è nello staff tecnico della Virtus Imola, dopo essere stato all’Andrea Costa.

"Diciamo che la famiglia Zappi è legata indissolubilmente ai canestri di Imola".

Facciamo un nome di un giocatore storico dell’una e dell’altra.

"Per l’Andrea Cosa ne darei almeno due".

Quali?

"Beh, Bortolon ed Esposito".

E per la Virtus Imola?

"La prima generazione quella di Guadagnini, Degli Esposti, Boschi, Flutti, Bernardi. E più recentemente Daniele Albertazzi, Caiti e Bonaiuti. Senza dimenticare Carlo Marchi e Regazzi, l’attuale coach".

Se le facciamo il nome di Chicco Ravaglia?

"Il pensiero ancora mi fa star male. Sono legato alla famiglia, mio figlio Mauro era suo amico. Piangiamo ancora un ragazzo che non avrebbe dovuto lasciarci così presto. Un bravo ragazzo e un talento cristallino che dopo essere stato l’astro nascente, avrebbe meritato di vedere i frutti del suo lavoro".

Zappi, l’etichetta di allenatore regionale è riduttiva?

"Sono stato a Cagliari, Firenze, Sassari e Padova. Ma la mia regione mi ha regalato panchine e tanta soddisfazione".

Torna il derby a Imola, sparisce quello di Bologna

"E’ un motivo di rimpianto. Credo che il lockdown abbia fatto, almeno alla Fortitudo, più danni della grandine. Sono cresciuto nel mito di Beppe Lamberti, sono legato a un giocatore come Piero Angelini, scomparso poche settimane fa".

Tifoso Fortitudo?

"No, come nel caso di Imola, sono diviso a metà".

Quanto mancherà il derby a Bologna?

"Come a Imola, solo che Bologna è molto più grande e tutto viene ampliato".

Cosa farà da grande?

"Magari darò ancora qualche consiglio a chi avrà il coraggio di chiederli. Poi farò più il marito di Alide e il nonno di Sara, Niccolò e Jacopo. Solo che i nipoti cominciano ad avere 19, 15 e 14 anni. Mica facile star dietro alle loro esigenze".