ITALO CUCCI
Sport

Lo spirito killer tra Inter e Juve

Italo Cucci

Facciano gli altri quello che vogliono, e possono, ma il bello del campionato è ancora - perdonino Milan e Napoli - anzi dev’essere la sfida Inter-Juve. Come sempre. Anche se va riproponendosi in senso negativo, anche se non al vertice. Dove le Duellanti sono attese da milioni di tifosi. E da due esigenti presidenti con relativi consigli d’amministrazione. I caratteri, le personalità, i diversi tratti di comando di Pirlo e Conte disegnano la situazione. Lo juventino, esemplare di tecnico meditativo - ancorché immaturo, va precisato - reagisce a un pareggio subito al 94’ per un evidente errore sollecitando la cura estrema dei dettagli, e dovrà dirlo in particolare a Cuadrado e Bonucci, i “liberatori” di Caicedo. Resta il fatto che la sua Juve ha di quella stravincente un solo simbolo, Cristiano Ronaldo, re d’orgoglio e di classe. Gli altri hanno qualità ma gli manca l’antico spirito di superiorità non velleitaria ma concreta che cura anche il dettaglio, proprio come dice Pirlo. Il tecnico interista, inventore dell’Intensità, sollecita invece il recupero - o l’adozione - dello Spirito Killer, un’immagine felice che riassume l’animus delle nobili antenate di Helenio e Mourinho, forse diverse fra loro ma implacabili quando serviva: per vincere, naturalmente, per cogliere trofei. Perché per l’Inter vale un principio storico: nulla è impossibile.

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