di Luca Monduzzi
Sorride Demis Cavina. Il coach di Castel San Pietro sta viaggiando a gonfie vele alla guida della Vanoli Cremona (prima nel girone Verde di A2 alla pari con Cantù) e dopo la Supercoppa in estate, ha messo in bacheca anche la Coppa Italia di A2 vinta in finale su Cento. Un altro tassello in una stagione che sta regalando soddisfazioni all’ex allenatore dell’Andrea Costa.
"Dopo la retrocessione dalla serie A il presidente Vanoli è partito con tanta spinta e un progetto ambizioso – racconta Demis Cavina –, ma neanche nelle più rosee aspettative si pensava di arrivare a questi risultati essendo noi una squadra nuova e giovane. Senza scordare gli infortunati, con Lacey fuori per tre mesi, la rottura di Cannon e molte altre peripezie, per cui siamo molto soddisfatti e guardando indietro stiamo facendo un buon lavoro".
Anche il campionato sta sorridendo, viste le cinque vittorie di fila…
"All’interno della stagione si possono sempre incastrare una serie di risultati positivi, ma l’aspetto importante è che l’andamento è sempre abbastanza lineare verso l’alto. Quello che mi piace di più di questa squadra è che ha sempre continuità durante la settimana e inoltre ha margini di miglioramento".
Oltre alla serie A2, dà uno sguardo anche alle due imolesi al piano di sotto?
"Certamente, anche perché ho amici in entrambe le fazioni. Il campionato di serie B si dimostra alquanto difficile e a parte qualche squadra, molto livellato. Credo che i giochi siano ancora aperti nel centro classifica e un risultato in più o in meno può fare la differenza. Mi auguro che questo dualismo tra Andrea Costa e Virtus continui per il basket imolese e perché nella giusta categoria il basket regala motivi di interesse e spero che ci sia anche l’anno prossimo".
Meglio la Virtus da neopromossa rispetto all’Andrea Costa?
"Quando si arriva da un’annata positiva c’è una spinta che però è proseguita anche per il lavoro che c’è stato dietro. Conosco i due gli allenatori, sono diversi, ma entrambi molto preparati e incrocio le dita per loro che arrivino agli obiettivi preposti".
Come vede i prossimi tornei di A2 e di serie B, con meno squadre e senza vincoli per gli Under?
"Diminuire le squadre era doveroso. Forse lo avrei fatto anche in maniera più drastica, ma una riforma più graduale salva la programmazione delle squadre. Quanto agli Under è una constatazione che si sta facendo poco per incentivare il lavoro nel settore giovanile e che non ci sono abbastanza giovani per questi campionati. È un allarme che andrebbe cavalcato, ma a livello generale come sistema sport, non solo per la pallacanestro".